IL LIBRO
Truce e taumaturgica al tempo stesso, e iniziata nei giorni di Vaia,

Mercoledì 27 Ottobre 2021
IL LIBRO
Truce e taumaturgica al tempo stesso, e iniziata nei giorni di Vaia, quando una ferita riportata al medio della mano destra grondava sangue sul tavolo di lavoro, è uscita ieri nelle librerie la graphic novel L'ombra del bastone, l'ultima fatica dell'illustratore, in passato anche scrittore, Matteo Corona. Il figlio dello scrittore ertano Mauro Corona ha messo in fumetto uno dei primi romanzi del padre, tra i più amati tra quelli pubblicati per Mondadori. In tutto 116 tavole completamente disegnate a mano in 3 anni di lavoro, compiendo un viaggio dentro se stesso: il risultato è un piccolo gioiello che agli amanti del genere non sfuggirà. Non amando stare sotto i riflettori, di presentazioni del libro Matteo ne farà poche, parlare in pubblico è una fatica troppo grande.
Come si può definire l'opera?
«Una graphic novel basata sul romanzo di mio padre L'ombra del bastone che, insieme a Storia di Neve e a Il canto delle manere crea una sorta di trilogia. È una storia del tutto fuori di testa, la definirei schizzata, un vero e proprio incubo. La maledizione della strega Melissa di cui si parla nel libro e nel mio fumetto, secondo me, va letta come l'incapacità delle persone di prendere una posizione, di compiere una scelta. Un atteggiamento del tutto passivo rispetto alla vita, che ha poi risvolti deleteri».
Sui social ha già ricostruito nascita e creazione di questo lavoro.
«Sì, tutto è iniziato nel 2018. Ho iniziato a tracciare i primi segni sulla tavoletta grafica e pochi giorni dopo è successo il disastro di Vaia. Pochi giorni prima, invece, mi ero lesionato la mano destra perdendo una buona parte della falange del dito medio. Ho iniziato a disegnare con il dito bendato e la pressione contro la penna grafica lo faceva sanguinare. Ho questi ricordi delle prime tavole, c'erano macchie di sangue e io cercavo di proseguire comunque il lavoro».
Cosa lascia questo progetto?
«Direi il rigore e l'importanza di organizzare la vita e le giornate. Mi sono come rivisto nel personaggio principale. Tre anni fa avevo una vita disordinata e ho letto questa mia incapacità di organizzarmi come la maledizione della strega Melissa. Portare a termine un lavoro così lungo e impegnativo è stato molto soddisfacente, mi ha insegnato a proseguire con rigore lungo una strada per ottenere un obiettivo, ecco».
Com'è organizzata la storia?
«Sono 116 tavole, ognuna ha dalle 2 alle 4 vignette. Una divisione consigliatami da un grande fumettista, il mio Virgilio in questo progetto, Alessandro Bilotta. Sempre lui mi ha consigliato di abbandonare lo stile realistico che avevo abbracciato inizialmente, perciò ne ho inventato uno del tutto mio, fuori di testa direi. Ho cercato in certi punti del racconto degli escamotage, perché si trattava di adattare la storia scritta a un nuovo linguaggio».
E la tavoletta grafica?
«Lavoro con la penna e la tavoletta grafica, cioè di fatto disegno su uno schermo. Uso questo metodo perché mi trovo meglio».
Dal momento che L'ombra del bastone è il primo capitolo di una trilogia possiamo pensare che ci sarà un seguito?
«Questo non dipende da me, vediamo se il progetto piace e se incontra il gusto del pubblico. Certo, a me farebbe piacere».
Alessia Trentin
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