Europa
Il governo
deve aspettare
Questa Europa somiglia molto all'attuale

Domenica 14 Ottobre 2018
Europa
Il governo
deve aspettare
Questa Europa somiglia molto all'attuale Italia dove destra e sinistra, con annesse politiche a favore o contro alcuni temi, si scontrano ogni giorno e con ogni mezzo. Ad oggi prevale una linea che è tutto l'opposto di quella professata dall'attuale nostro governo ed ogni scostamento da questa linea sembra mettere in crisi il concetto stesso di Europa. Questo i commissari europei non possono permetterlo, perché se lo fa l'Italia allora chiunque può farlo. Tuttavia le cose potrebbero cambiare il prossimo 19 maggio. Consiglio quindi all'Italia di aspettare, temporeggiare in attesa di nuovi sviluppi. Il rialzo dello spread, pilotato o spontaneo che sia, docet.
Lino Renzetti
San Donà di Piave (Venezia)
Risparmi
L'Italia sta meglio
di quel che appare
Per evitare equivoci, premetto che sono contrario ad ogni tipo di bonus che non contempli un operoso ritorno, corrispondente alla somma ricevuta. E nella fattispecie dissento sul premio all'ozio di stampo M5s rappresentato dal Reddito di cittadinanza, ritenendolo un provvedimento diseducativo e controproducente. Tuttavia, trovo che l'ostracismo di Bruxelles verso l'Italia di ricorrere ad altro debito per rilanciare l'economia contravvenga al buonsenso, o peggio ancora sia pilotata per tenerla al guinzaglio. Oltretutto il Belpaese non è paragonabile né all'Argentina né alla Grecia, considerato che il patrimonio in euro dei risparmiatori italiani è di gran lunga superiore al debito, e se poi aggiungiamo quello immobiliare ben altro potrebbe garantire. Malgrado i molti guai il paese resta solido, ed i media della Penisola farebbero un'opera meritoria nel ricordarlo ai mercati che suppongo lo ignorino, o fingono per approfittare delle fortuite circostanze per spennarlo. Anziché porre veti, Bruxelles si spenda per il progresso dell'Unione, raffreddando gli egoismi di Germania e Francia che decidono su tutto concedendosi quanto agli altri membri negano, se non vuole il prossimo maggio tirare le cuoia.
Renzo Nalon
Debito pubblico
Meglio ricordare
De Gasperi e Cicerone
È mortificante assistere in questi ultimi anni alla crescita del debito pubblico italiano e all'assenza di una politica industriale. Sono anni che anziché statisti ci troviamo di fronte a baldanzosi politici, buoni a produrre slogan, tensioni e scontri. Nessuno di questi politici che per un attimo si soffermino su quanto affermato da Alcide De Gasperi quando disse: Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione. Oggi si pensa alle prossime elezioni europee ed ecco una manovra, definita popolare, che mira all'aumento del debito pubblico, aumentando la nostra dipendenza dagli investitori esteri, i quali oggi detengono oltre il 36% del debito, pari a circa 700 miliardi di euro. Eppure basterebbe riscoprire quanto disse Cicerone, nel lontano 55 a.C., per comprendere le regole alle quali attenersi per una sana gestione di un bilancio dello Stato. Cicerone affermava: La finanza pubblica deve essere in pareggio; il debito pubblico deve essere ridotto; l'arroganza deve essere combattuta e controllata e l'aiuto ai paesi stranieri deve essere diminuito per evitare il fallimento di Roma. La popolazione deve ancora imparare a lavorare invece di vivere di sussidi pubblici. Ed anziché pensare ad una sana gestione, si punta ai sussidi per le prossime elezioni. E poi assistiamo a certi economisti, come l'on. Claudio Borghi, che sostiene che il debito italiano non deve allarmare. E cita come esempio il Giappone, che ha un rapporto debito/Pil del 220%. Ma omette o ignora questo stravagante economista di dire che tale debito è interamente nelle mani dei giapponesi. Forse per tale ragione, il ministro Salvini ha chiesto agli italiani di sottoscrivere almeno 3.000 euro di Btp italiani. Da decenni non si sentiva più parlare di debito forzoso. Speriamo bene per la nostra Italia.
Gianvito Caldararo
Sacile (Pordenone)
Migranti
C'è chi lavora
e chi aspetta
Quello che una buona parte della gente non vede, per miopia dettata congenita o dettata da false convinzioni, è questa: Noi abbiamo ormai una varietà di etnie presenti sul nostro territorio, ma vediamo mai ad esempio cinesi in giro con telefonino e cuffietta a bighellonare e ad aspettare l'ora di pranzo da noi gentilmente offerta? No, perché si danno da fare per aprire piccole attività, intendono rendersi produttivi; mentre quelli che vediamo sono sfaccendati che non vogliono far niente, non sanno far niente e neanche vogliono imparare, altrimenti avrebbero reso produttivi i loro paesi ben più ricchi del nostro di risorse naturali e sono solo da mandar via.
Alberto Tiozzo
Processo Bossetti
Rifare la prova
per una sentenza serena
Ho sempre mal tollerato nei casi giudiziari l'intervento dei media con sondaggi tra la gente a vedere in che percentuali l'opinione pubblica si divida tra colpevolisti e innocentisti. La giustizia non solo dovrebbe fare il suo corso ma con la sentenza dovrebbe anche darmi un senso di sicurezza senza dubbi nel verdetto. La condanna all'ergastolo (equivalente ad una condanna a morte) inflitta nel terzo grado di giudizio al muratore di Mapello per l'omicidio della povera Yara a mio avviso può essere giusta ed esemplare se non lasciasse spazio a dubbi sulle prove a detta della difesa. Con tutto il rispetto verso l'atroce dolore per la famiglia, mi aspettavo che la corte su continua richiesta da parte dell'imputato (sempre dichiaratosi innocente) concedesse la ripetizione dell'esame del DNA, non solo per fugarmi un dubbio umano magari frutto di ignoranza in materia e ammesso che quello scientifico sia stato corretto; ma come dimostrazione che la giustizia in un verdetto così pesante nulla lascia di intentato, andando incontro ad aspettative in fiducia popolare nell'Istituzione. La dichiarazione di un Giudice che non ci fosse ragionevole dubbio sulla colpevolezza del Bossetti mi zittisce il pensiero di giustizia aperta. Da incompetente assisto a condanne di 30 anni per femminicidi efferati conclamati a differenza di questo che si basa solo su pesantissimi indizi a prova. Rifare la prova del DNA mi avrebbe reso più sereno. Troppi sono stati i casi di malagiustizia negli ultimi decenni a cui abbiamo assistito nel nostro Paese.
Giuseppe Ave
Torre di Mosto (Venezia)
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