Quel ristoro Covid e l'interminabile fuga (dalle responsabilità) della senatrice Fregolent

Giovedì 6 Maggio 2021

Egregio direttore,
si dimette dal consiglio comunale di Sernaglia la senatrice Sonia Fregolent. Riesplode il caso Sernaglia, quello dei 240 euro di ristoro intascati dalla senatrice. Riesplode con tutto il suo peso etico (ammesso dallo stesso Alberto Stefani, responsabile regionale della Lega che, riferendosi alla vicenda, espresse l'urgenza di redigere un codice etico) e allo stesso tempo politico. Nel vortice di una vicenda mai chiarita, le dimissioni hanno l'apparenza di una fuga; chi lascia potrebbe portare impressa nella sua immagine una macchia oleosa e nera che coinvolge i vertici dell'amministrazione. Senza che fosse possibile replicare, il segretario comunale ha comunicato in Consiglio comunale di Sernaglia la sussistenza di irregolarità formali e sostanziali ancora in verifica. Dopo due mesi i cittadini non sono ammessi alla verità. Sulle sorti della senatrice l'oracolo di via Bellerio non è ancora maturo, se pur verrà. Con Forcolin e colleghi, a proposito del bonus Inps, la Lega usò il pugno di ferro, radiandoli dalle liste elettorali per il Consiglio regionale del Veneto. In questo caso fa le parti diseguali fra eguali e lascia correre!


Lamberto Pillonetto
Sernaglia (TV)


Caro lettore, non so se le dimissioni della senatrice Fregolent dal consiglio comunale di Fregona siano una fuga o una scelta dettata dall'effettiva impossibilità di conciliare il ruolo di parlamentare con quello di amministratore locale.

Ma non mi sembra così importante. La vera fuga della senatrice leghista non è quella dal suo comune, ma dalle sue responsabilità. Una fuga che è iniziata oltre due mesi fa quando è esploso il caso del ristoro comunale Covid di 240 euro incassato dalla parlamentare e che non si è ancora interrotta. Fregolent, a tutt'oggi, non ha fornito alcuna spiegazione del suo comportamento. Non si è sentita in dovere di scusarsi con i suoi cittadini ed elettori nè di giustificarsi. E il suo partito, in altri casi molto sollecito nell'assumere decisioni e prendere provvedimenti, non è stato finora da meno: il vertice del Veneto ha preferito trasferire il caso al partito nazionale dove però non è stato ancora trovato il tempo per valutarlo ed esprimersi. Siamo certi che, prima o poi, accadrà. A meno che, anche dalle parti di via Bellerio, non prevalga la tentazione di applicare un vecchio adagio partenopeo: scurdammoce o passato.

Ultimo aggiornamento: 11:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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