Egregio direttore,
anche a lei non sarà sfuggito il breve filmato che era

Venerdì 27 Marzo 2020
Egregio direttore,
anche a lei non sarà sfuggito il breve filmato che era in YouTube nel pomeriggio (che è girato sui telefonini fino alle 20 circa) e poi ritirato: un breve passaggio sulla trasmissione Leonardo del 16 novembre del 2015 Rai 3 che parlava del virus Corona (di topi e pipistrelli...) che si studiava allora, 2015! La mia ignoranza in materia virologa non può non rimanere colpita dall'attualità di quanto si spiegava allora sui rischi, dal fatto che su YouTube sia stato ritirato il filmato (mi dicono che c'è ancora nel sito di Rai 3 Leonardo 16 nov 2015). Tutto chiaro? O per prudenza si vuole nascondere qualcosa? Noi ci affidiamo ai nostri giornali, che sono i più vicini a noi!
Guglielmo Bedeschi
Padova
Caro lettore,
in questo momento circolano notizie e teorie di ogni tipo. Ma, con buona pace dei numerosi fanatici delle teorie complottiste, tra le poche certezze che abbiamo sul Covid-19, cioè sul coronavirus con cui stiamo combattendo, è che si tratta di un virus nato per selezione naturale, diventato poi più aggressivo nel momento in cui ha colpito l'uomo. Non è un virus artificiale creato in laboratorio dalla Cina, dagli Stati Uniti o da qualche altra potenza straniera per indebolire Stati avversari o per altri inconfessabili obiettivi. Su questo punto si sono espressi con estrema chiarezza tutti i più autorevoli scienziati del mondo. Il servizio televisivo andato in onda nel 2015 nella trasmissione Leonardo e circolato ieri con insistenza sui social, suscitando anche polemiche politiche, parlava di un'operazione realizzata in Cina con l'obiettivo di creare un virus in laboratorio, partendo «da una proteina presa dai pipistrelli». L'equivoco è nato dal fatto che quello stesso servizio citava più volte un coronavirus, cosa che ha fatto diventare il servizio tv subito un fenomeno virale sui social, alimentando la tesi secondo cui il coronavirus attuale sarebbe stato creato artificialmente. Nulla di più lontano dalla verità. In realtà quel servizio parlava di un coronavirus che nulla ha a che fare con quello attuale e che, soprattutto, a differenza del Covid-19, non ha caratteristiche epidemiche. Il servizio televisivo riprendeva uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, uscito il 9 novembre 2015, in cui si parlava di un esperimento che coinvolgeva due virus: il primo, SHC014-CoV, simile a quello della SARS e trovato in alcuni pipistrelli; il secondo era proprio quello della SARS (SARS-CoV), virus che fa parte dei sette diversi coronavirus noti alla scienza. L'esperimento con i due virus serviva a crearne uno nuovo ed esaminare quanto potesse essere pericoloso per l'uomo: esperimenti del genere vengono spesso condotti in laboratorio proprio per prevenire eventuali epidemie di nuove malattie. Ma il nostro coronavirus è un'altra cosa. E si è sviluppato in natura. Purtroppo dobbiamo dire. Perché proprio per questa ragione è più difficile da contrastare e non disponiamo ancora del vaccino per debellarlo.
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