Dov'è finita la Città Metropolitana? Il periodo elettorale è alle

Sabato 24 Ottobre 2020
Dov'è finita la Città Metropolitana? Il periodo elettorale è alle nostre spalle, ma i problemi di Venezia e del suo territorio sono ancora irrisolti. Certo, le prove positive del Mose hanno fatto tirare a tutti un sospiro di sollievo, ma i cambiamenti climatici imporranno scelte ben più sostanziali. È di questi giorni la nascita di una nuova Autorità per la Laguna di Venezia. Molte sono le aspettative: la speranza è che metta una pietra tombale sulle ingloriose vicende legate al Consorzio Venezia Nuova e che eserciti le competenze sul governo delle acque e del bacino lagunare. Il rischio è però che si affrontino le questioni in modo frammentario. Le competenze rimangono disperse e la confusione, già in queste ore, regna sovrana quanto a organizzazione, dotazione di personale e risorse. Come sarà finanziata questa nuova Autorità per la Laguna? Come e chi deciderà delle risorse necessarie alla manutenzione del Mose? La grande assente, per un effettivo governo del territorio vasto, è la Città Metropolitana. Il sindaco Brugnaro reclama a gran voce maggiori poteri per sé. Certo, ha vinto alla grande, e in democrazia i consensi sono la base per esercitare il potere. Ma ci sono almeno due questioni che minano le sue ambizioni. La prima si chiama conflitto d'interessi. La triste vicenda dei Pili conferma come Brugnaro non abbia la necessaria legittimazione politica per diventare istituzionalmente il punto di snodo delle decisioni: non rappresenta nei fatti l'interesse generale dell'intera comunità. La seconda questione riguarda il mediocre bilancio di questo suo primo mandato come sindaco metropolitano. C'è invece un gran bisogno di una visione unitaria e di una capacità di governo locale delle complesse questioni territoriali, altrimenti continueremo a dipendere in tutto dallo Stato e dalle volubili decisioni prese nei palazzi romani. La questione centrale è la configurazione di una efficace e riconosciuta rappresentanza territoriale più vasta. L'elezione diretta del sindaco metropolitano potrebbe costituire il vero punto di svolta per ridare vigore a un dibattito politico che langue e si impaluda spesso in questioni corporative.
L'attuale frammentazione istituzionale e i poteri di apparato che ne derivano non aiutano: troppe e incerte le perimetrazioni amministrative (da un lato, la Città Metropolitana che raccoglie i comuni dell'ex provincia di Venezia, dall'altro l'Autorità per la Laguna con una diversa rappresentanza territoriale non coincidente con quella metropolitana; e ancora, l'Autorità Portuale di Venezia e Chioggia anch'essa con un proprio ambito territoriale). Forse solo un coraggioso ridisegno e potenziamento della Città Metropolitana (scenario non a caso sinora fortemente avversato dal governatore Zaia) consentirebbe di disporre di un punto di coordinamento e di raccordo delle competenze dei singoli enti funzionali e territoriali.
Giampietro Pizzo
Venezia Cambia
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