DIBATTITI CULTURALI
I titoli dei loro lavori dicono molto, se non tutto: si passa dal Vivere in pendenza a Come si fanno le cose. Ed è (anche) attorno a questi temi che domani ruoterà la conversazione con gli autori organizzata alla Libreria Athena di Feltre dove domani alle 17.30 si confronteranno Giannandrea Mencini e Antonio G. Bortoluzzi. Difficilmente si cadrà nella retorica della montagna bucolica e dilettevole vista da chi la frequenta per qualche giorno all'anno, per affrontare invece quella reale dove il vivere diventa fatica, ansia, stress. Una montagna oggi più legata ai ritmi veloci della pianura che non alla lentezza della pendenza. Uno stress esistenziale che ben è rappresentato dai due personaggi del libro di Antonio Bortoluzzi Come si fanno le cose. Ma, per fortuna, esiste anche una montagna e dei montanari che sono riusciti a tornare alle origini, che resistono proponendo delle esperienze che sanno coniugare con tenacia tradizione e modernità. Di queste esperienze troviamo testimonianza nel libro di Giannandrea Mencini Vivere in pendenza nelle cui pagine l'autore prova a seguire le rughe profonde di un volto montano nel tentativo di disegnare la carta geografica dell'anima delle genti di lassù che rimangono aggrappate al pendio con una tenacia inaspettata, alla maniera di un pino mugo. Nell'ambito dell'incontro è prevista la partecipazione e la testimonianza di Claudio Polesana dell'Azienda agricola Terre dei Gaia di Feltre.
GLI AUTORI
Laureato in storia indirizzo contemporaneo con una tesi sulla salvaguardia di Venezia e della laguna, collaboratore del Gazzettino e saggista, Mencini si occupa di storia dell'ambiente e del territorio; lavora a Venezia e, da genuino appassionato di montagna, fin da giovane cammina e corre fra le Dolomiti bellunesi. Antonio G. Bortoluzzi è nato in Valturcana (Alpago, Belluno) nel 1965; il suo ultimo romanzo dal titolo Come si fanno le cose è pubblicato da Marsilio Editori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA I titoli dei loro lavori dicono molto, se non tutto: si passa dal Vivere in pendenza a Come si fanno le cose. Ed è (anche) attorno a questi temi che domani ruoterà la conversazione con gli autori organizzata alla Libreria Athena di Feltre dove domani alle 17.30 si confronteranno Giannandrea Mencini e Antonio G. Bortoluzzi. Difficilmente si cadrà nella retorica della montagna bucolica e dilettevole vista da chi la frequenta per qualche giorno all'anno, per affrontare invece quella reale dove il vivere diventa fatica, ansia, stress. Una montagna oggi più legata ai ritmi veloci della pianura che non alla lentezza della pendenza. Uno stress esistenziale che ben è rappresentato dai due personaggi del libro di Antonio Bortoluzzi Come si fanno le cose. Ma, per fortuna, esiste anche una montagna e dei montanari che sono riusciti a tornare alle origini, che resistono proponendo delle esperienze che sanno coniugare con tenacia tradizione e modernità. Di queste esperienze troviamo testimonianza nel libro di Giannandrea Mencini Vivere in pendenza nelle cui pagine l'autore prova a seguire le rughe profonde di un volto montano nel tentativo di disegnare la carta geografica dell'anima delle genti di lassù che rimangono aggrappate al pendio con una tenacia inaspettata, alla maniera di un pino mugo. Nell'ambito dell'incontro è prevista la partecipazione e la testimonianza di Claudio Polesana dell'Azienda agricola Terre dei Gaia di Feltre.
GLI AUTORI
Laureato in storia indirizzo contemporaneo con una tesi sulla salvaguardia di Venezia e della laguna, collaboratore del Gazzettino e saggista, Mencini si occupa di storia dell'ambiente e del territorio; lavora a Venezia e, da genuino appassionato di montagna, fin da giovane cammina e corre fra le Dolomiti bellunesi. Antonio G. Bortoluzzi è nato in Valturcana (Alpago, Belluno) nel 1965; il suo ultimo romanzo dal titolo Come si fanno le cose è pubblicato da Marsilio Editori.
