Covid/1
Perché conviene
vaccinarsi
Tempo addietro ho ricevuto dall'

Domenica 16 Maggio 2021
Covid/1
Perché conviene
vaccinarsi
Tempo addietro ho ricevuto dall' Usl 1 una lettera che fissava la data della prima dose di vaccino. Ho fatto anche la seconda nel drive in di Feltre come stabilito e finalmente è finito il mio incubo personale; cioè quello di prendere il Covid 19 che, all' età di oltre 80 anni, mi avrebbe quasi sicuramente portato alla morte. So che dovrò ancora fare attenzione, ma sono convinto che dopo il vaccino potrò far fronte all' eventuale infezione. Penso che molti anziani si ritroveranno in queste righe e spero che servano a convincere qualche dubbioso, che vaccinarsi è cosa saggia e conveniente e grazie a tutta l' organizzazione che ha provveduto a salvaguardare le nostre vite.
Gino De Carli
Soranzen (Belluno)
Covid/2
Negazionisti
informati
Per completezza di informazione vorrei ricordare al sig. Pingitore, (la cui lettera al direttore è stata pubblicata sul Gazzettino di venerdì 14 maggio) che se si vuole parlare di vera scienza, forse bisognerebbe ricordare che quando si parla di vaccino, in nomenclatura si fa riferimento all'utilizzo del patogeno attenuato! Orbene, quella sostanza inoculata a milioni di persone come antiCovid non si dovrebbe definire vaccino (!) in quanto la presenza del patogeno (attenuato o non) è esclusa! Terapia genica forse renderebbe meglio l'idea! Quindi (per riportare il titolo della lettera) se si devono istruire i cosiddetti negazionisti, a maggior ragione dovrebbero fare lo stesso i loro detrattori!
Mario Garlatti
Covid/3
Moduli diversi
a seconda delle Ulss
Sono residente a Treviso, nato nel 1963, ho effettuato la prenotazione per il volo di primo vaccino per il 8 giugno. Il tutto in maniera veloce ed efficace. La mia compagna di vita è invece di Vicenza, anche lei ha fatto tutto velocemente ma la modulistica dell Ulss 8 berica è differente e di sole 2 pagine mentre quella dell' Ulss di Treviso è stata di 3 pagine e più completa. Vai a capire perché...
Massimo Rossi
Treviso
Covid/4
Il pass verde
e le solite lungaggini
Non capisco perché il Certificato vaccinale, o pass verde, come si vuol chiamare, violi la privacy. Capisco se fossero riportate nello stesso malattie che non vogliamo che altri vengano a conoscere, ma che cosa può importarci se si viene a sapere che abbiamo fatto il vaccino? Lo solite lungaggini italiane! Alla fine tutto il mondo avrà il pass e noi italiani staremo ancora a discutere sulla privacy, che mi pare proprio non esista in Italia!
Giovanna Zanini
Migranti
Una domanda
che la destra ignora
All'interno del dibattito politico della Lega e dei Fratelli d'Italia sui migranti che arrivano, non ci sono ricordi , volutamente, di quelli che non sono mai arrivati. La loro memoria si concentra tutta su: bisogna fermarli, bisogna rimandarli indietro, prima gli italiani e i pendolari... Frasi ad effetto sentite moltissime volte. Mai una parola, un dubbio: perché arrivano? Per la destra, quelli che arrivano, sembrano turisti che poi si fermano... per la raccolta dei pomodoro, della frutta e, per tanti duri lavori in agricoltura. Mai un dubbio, anche perché, nelle interviste, nei dibattiti politici, nessun giornalista pone, alla Meloni e a Salvini, la giusta domanda: perché arrivano, perché sfidano tante difficoltà e, purtroppo anche la morte? Perché continuano ad arrivare? Tutti conosciamo le loro provenienze, in particolare la stampa, le radio e la tv, eppure... la domanda precisa e provocatoria, nessuno gliela pone: perché arrivano? La mia risposta è molto semplice e comprensiva: perché la fame non si può fermare.
Elvio Beraldin
Padova
Venezia
Come far convivere
economia e ambiente
How will we live togheter? (Come vivremo insieme?) ella la domanda posta dal curatore della Biennale Architettura 2021, alla quale noi veneziani dovremmo provare a dare una risposta. Ci sono voluti 9 anni per capire che per vivere insieme Venezia e il suo Porto non ci può e deve essere contrapposizione tra lavoro, ambiente, ed economia. Così accade che oggi si possono sedere allo stesso tavolo parti della stessa città che solo apparentemente sembravano divise dagli slogan navi no o navi sì. Semplificazioni simili a quelle usate in passato per alimentare la polemica fallimentare che ha portato al declino di Marghera come polo industriale e oggi ideologicamente riproposte sul porto passeggeri e commerciale di Venezia. La realtà è che al di là degli slogan, non esistono soluzioni facili a questioni complesse e difficili. L'unico elemento certo è il cambiamento climatico e l'innalzamento costante ma irreversibile del medio mare che coinvolgerà anche Venezia. Una città che vuole guardare al futuro deve tornare crescere demograficamente. Una città che vuole diventare qualcosa di diverso da un museo a cielo aperto per un numero infinito di turisti e per un numero ogni giorno inferiore di abitanti. E in una città viva e del futuro centro e periferia si devono fare unicum mantenendo lavoro e ambiente in equilibrio affinché lavoro possa significare anche vera residenza. Per capire come Vivremo insieme dobbiamo fare un percorso di scelte difficili e progetti ambiziosi in grado di far crescere il lavoro e residenzialità. Progetti finalizzati a gestire in maniera ponderata e regolamentata i flussi turistici oltre a quelli dei cittadini metropolitani. In questi progetti è fondamentale, per storia e tradizione, lo sviluppo del futuro porto di Venezia, insieme a tutte quelle attività capaci di attrarre risorse che esaltino tutte le caratteristiche intrinseche della Venezia metropolitana, attività legate alla cultura e al turismo ma anche alla logistica e all'industria verde del polo industriale di Marghera. Per raggiungere obiettivi comuni è necessaria la transizione con un percorso anche di compromessi e di tentativi sbagliati. Ma sarà fondamentale non perdere mai di vista i due aspetti base di ogni società, il lavoro e l'ambiente.
Luca Pitteri
Venezia
Verso le elezioni
Roma, le incertezze
dei partiti
Sembra che nessuno, o quasi, voglia fare il sindaco di Roma al posto della Raggi. Zingaretti l'avrebbe fatto solo con la certezza di essere eletto. Anche nel campo opposto, il centro-destra, permangono confusione ed incertezze, le candidature sono tutte in alto mare. Né si può dire che l'oscurità si sia diradata a sinistra dopo la mossa fallita del segretario Enrico Letta deciso di mettere un candidato unico per il Pd e per i Cinquestelle proprio con Zingaretti. La bistrattata Raggi, conservando la candidatura con il consenso del proprio partito, ha costretto il Pd a mettere in campo l'ex ministro Gualtieri. A questo punto, cercando di capire con il buon senso e la ragionevolezza, un candidato veramente motivato (inoltre capace e preparato) si può individuare in Carlo Calenda. Tuttavia sul personaggio incombe una macchia nera, quella di essere stato eletto con i voti del Pd, di aver fondato un proprio partito e di essere, pertanto, imputato politicamente di tradimento. Che dire? I migliori candidati sono quelli che escono dalle primarie e dalla nomenclatura dei partiti, che accettano a priori alleanze e contraddizioni? È questo il sistema per scegliere la nostra classe politica? Auguriamo a Calenda di essere autonomo e coerente, di confidare negli elettori.
Luigi Floriani
Conegliano
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci