CINEMA
VENEZIA Una figura di grande impatto, quella di Anna Ponti (foto), veneziana

Domenica 12 Luglio 2020
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VENEZIA Una figura di grande impatto, quella di Anna Ponti (foto), veneziana classe 1930, la cui storia - personale e famigliare - può ora esser conosciuta dal grande pubblico grazie alla testimonianza resa nel documentario della videoartista friulana Elisabetta Di Sopra. Presentato ieri all'Hotel Aquarius Venice in campo San Giacomo dell'Orio, Anna Ponti. Tre vite in una riassume decenni di storia: il padre, Giovanni Ponti, fu il primo sindaco antifascista di Venezia, dopo la liberazione, e presidente della Biennale della ripresa. La Ponti sposò Giorgio Montanari, ginecologo che morì assassinato quasi sicuramente per le scomode posizioni a favore dell'aborto, mal tollerate dalla casta dei medici. Non fu l'unico lutto, seguì quello della figlia. Anna Ponti, lucida novantenne, mantiene intatti forza e impegno, con un appello a guardare alle nuove generazioni: si mise anche simpaticamente in gioco, imbracciando una chitarra in una band di giovani per una clip destinata al Videoconcorso Francesco Pasinetti, da lei co-fondato nel 2003 (ancor oggi ne è presidente). Fra gli ideatori della rassegna Andrea Martini, che ieri ha elogiato di Anna Ponti. Tre vite in una l'aver saputo aprire un cassetto di ricordi solitamente restio nel rivelarsi. La Ponti è stata consigliere di Quartiere alla Giudecca, presidente Auser, attiva nel volontariato, femminista ante-litteram. Per il critico d'arte Francesca Brandes, che ne ha approfondito la biografia, il documentario scava nel privato, indagando il valore del tempo. «Un po' alla volta Anna Ponti si svela - aggiunge Francesca Brandes - nella sua fragilità indomita di novantenne che suona il piano di casa, e la camera si concentra su quelle dita vissute, ma ancora agili, quanto i ricordi che affiorano nei vecchi album di fotografie che Elisabetta riesce a farle sfogliare». Per lo studioso Marco Borghi si evidenzia una continuità con la figura del padre, che meriterebbe di essere compiutamente ricordata, soprattutto oggi, per il valore di testimonianza. «Stiamo vergognosamente perdendo la nostra memoria», ha concluso il professor Carlo Montanaro, dal cui ampio e noto archivio sono state tratte alcune immagini.
R.Pet.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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