CINEMA
PORDENONE Se solo riuscissi a parlare come scrivo da sempre i miei diari sarebbe più facile. Si scrive in silenzio ed è la forma più onesta per entrare in contatto con gli altri. Così scriveva Alida Valli, una delle più grandi attrici italiane di tutti i tempi. E, proprio basandosi sulle parole inedite delle sue lettere e dei suoi diari, lette da Giovanna Mezzogiorno, il regista Mimmo Verdesca (già vincitore di due Nastri d'oro per i documentari Sciuscià 70 e In arte Lilia Silvi), ha realizzato il docufilm Alida, che ha partecipato sia al Festival di Cannes che alla Festa del Cinema di Roma, nel 2020, e che verrà proiettato a Cinemazero domani e martedì, per celebrare il centenario della nascita dell'attrice.
RITRATTO DELICATO
Si tratta di un ritratto, il primo, delicato e affettuoso, che prendendo spunto dagli scritti intimi di Alida e arricchendoli con fotografie, riprese private di famiglia, nuove interviste ai figli, ai parenti, agli amici e ai collaboratori più fedeli, e con molto altro materiale d'archivio, mostra un quadro completo e mai visto prima della vita di una giovane e bellissima ragazza di Pola, che diventò in breve tempo una delle attrici più famose e amate del cinema italiano e internazionale, girando, tra gli altri, con mostri sacri come Hitchcock, Visconti, Antonioni e Pasolini. A tracciarne la personalità contribuiscono le interviste rilasciate da chi l'ha conosciuta sul set, come Roberto Benigni, Charlotte Rampling, Vanessa Redgrave, Dario Argento, Bernardo Bertolucci, Marco Tullio Giordana e Margarethe Von Trotta. Ne esce una figura di donna coraggiosa, che non si piegò né ai diktat del cinema propagandistico fascista né a quelli dello star system di Hollywood, sempre pronta a mettersi in gioco, ad imparare ed affrontare nuove sfide. Un'attrice per cui recitare era quasi come vivere.
Mauro Rossato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Se solo riuscissi a parlare come scrivo da sempre i miei diari sarebbe più facile. Si scrive in silenzio ed è la forma più onesta per entrare in contatto con gli altri. Così scriveva Alida Valli, una delle più grandi attrici italiane di tutti i tempi. E, proprio basandosi sulle parole inedite delle sue lettere e dei suoi diari, lette da Giovanna Mezzogiorno, il regista Mimmo Verdesca (già vincitore di due Nastri d'oro per i documentari Sciuscià 70 e In arte Lilia Silvi), ha realizzato il docufilm Alida, che ha partecipato sia al Festival di Cannes che alla Festa del Cinema di Roma, nel 2020, e che verrà proiettato a Cinemazero domani e martedì, per celebrare il centenario della nascita dell'attrice.
RITRATTO DELICATO
Si tratta di un ritratto, il primo, delicato e affettuoso, che prendendo spunto dagli scritti intimi di Alida e arricchendoli con fotografie, riprese private di famiglia, nuove interviste ai figli, ai parenti, agli amici e ai collaboratori più fedeli, e con molto altro materiale d'archivio, mostra un quadro completo e mai visto prima della vita di una giovane e bellissima ragazza di Pola, che diventò in breve tempo una delle attrici più famose e amate del cinema italiano e internazionale, girando, tra gli altri, con mostri sacri come Hitchcock, Visconti, Antonioni e Pasolini. A tracciarne la personalità contribuiscono le interviste rilasciate da chi l'ha conosciuta sul set, come Roberto Benigni, Charlotte Rampling, Vanessa Redgrave, Dario Argento, Bernardo Bertolucci, Marco Tullio Giordana e Margarethe Von Trotta. Ne esce una figura di donna coraggiosa, che non si piegò né ai diktat del cinema propagandistico fascista né a quelli dello star system di Hollywood, sempre pronta a mettersi in gioco, ad imparare ed affrontare nuove sfide. Un'attrice per cui recitare era quasi come vivere.
Mauro Rossato
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