Cantiere Telesforo

Lunedì 21 Settembre 2020
Cantiere Telesforo
IL CONCERTO
I limiti dettati dal coronavirus hanno stravolto la vita della musica, ma non l'attitudine all'evoluzione e alla ricerca di stimoli, e quindi a essere senza confini. E di Musica senza confini hanno parlato Gegè Telesforo e il giornalista Beppe Ceccato, ospiti del Deltablues sabato sera in piazza Vittorio Emuanuele II. L'appuntamento ha preceduto di 24 ore il concerto al Censer del musicista, produttore e conduttore, con l'ensemble del Dipartimento Jazz del conservatorio Venezze: un ritorno a Rovigo dopo le esperienze iniziate con la complicità di Marco Tamburini.
RICORDO DI TAMBURINI
Telesforo ha ricordato il fondatore del Dipartimento Jazz del Venezze con emozione, partendo dagli inizi di un'amicizia nata durante le registrazioni del primo disco di Roberto Gatto. Formatosi in una delle scene jazzistiche più attive d'Italia mentre era a Roma per studiare Economia e commercio - gli orari notturni della vita musicale e quelli mattutini delle lezioni, però, gli fecero concludere che «l'università è troppo pericolosa per un musicista jazz», lasciata infatti dopo un incidente in auto per l'accumulo di sonno arretrato -, Telesforo ha sempre condiviso la musica da interprete e autore - ottimo il recente album Un mondo in testa - insieme alla musica da esplorare e divulgare: fino a diventare Goodwill ambassador dell'Unicef per il progetto Soundz for children che l'ha visto raccontare ai giovani che vivono in contesti a rischio i valori che la musica porta con sé: inclusione, amore, solidarietà. Il dialogo con Beppe Ceccato ha percorso le tappe della carriera sui palchi, in radio e tv fino al recente Striminzitic Show con Renzo Arbore, conosciuto da quando «lui (Arbore, ndr) e altri malati di jazz si riunivano a Foggia»: nel gruppo c'era anche il padre di Telesforo, e così è nato un sodalizio che dura da 35 anni. Alla base di tutto, resta la curiosità: «È fondamentale per un musicista, perché cercare stimola la creatività», ha detto Gegè.
LA CARRIERA
Tempi cambiati da quando programmi tv come Doc ad esempio, che conduceva su Rai 2 insieme ad Arbore e Monica Nannini, portavano sugli schermi Chet Baker, James Brown e Joe Cocker, tanto per dirne alcuni, e così oggi «la musica, ognuno di noi, se la deve andare a cercare. Non possiamo pretendere che siano la radio o la tv, che hanno l'obiettivo di fare pubblico, a indicarci la strada. Credo che la musica di oggi sia bellissima, piena di contaminazione - ha aggiunto - solo che non ci viene proposta».
La proposta del Deltablues, sabato con il Deltablues on the road e la formula buskers, ha centrato in pieno l'attitudine di chi cerca sempre le emozioni. Così hanno fatto Elli de Mon alla Pescheria nuova, la One horse band in piazzetta Marvelli (con cigar box guitar tra le mani e crine in testa, attaccato alla maschera da cavallo), e Cek Franceschetti con Jaime Dolce in piazza Matteotti.
Così hanno fatto anche il Saint Germain Swing 4et a Il Locale in via Miani, e due formazioni con talenti espressi dal conservatorio rodigino: il trio con Thomas Lasca, Filippo Cassanelli e Tommaso Stanghellini in piazza Garibaldi, e il trio del chitarrista e compositore Luca Zennaro, con Michelangelo Scandroglio al contrabbasso e Mattia Galeotti alla batteria applauditi in piazza Vittorio Emanuele II.
Nicola Astolfi
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