Veronica, uccisa due anni fa negli Usa, il padre: «Cercate l'assassino di mia figlia»

La giovane donna di Latina assassinata nel 2021, tutti gli indizi portano all'ex fidanzato che ora è fuggito in Messico. L'incontro al ministero degli Esteri

Martedì 17 Gennaio 2023 di Bianca Francavilla
Veronica De Nitto aveva 34 anni

Sono trascorsi due anni dalla morte di Veronica De Nitto, la giovane donna di Latina assassinata nel suo appartamento degli Stati Uniti il 15 gennaio del 2021. Sebbene la Polizia di San Francisco abbia concluso le indagini, acquisendo una serie di prove a carico dell'ex fidanzato messicano Renato Yedra Briseno, ad oggi resta un caso irrisolto.
Gli Stati Uniti infatti non hanno ancora fatto richiesta al Messico di rintracciare l'uomo di 37 anni per poterlo processare. Il papà di Veronica, che non si è mai arreso e spera che la giustizia possa restituire un po' di pace alla sua famiglia, è stato ricevuto nei giorni scorsi al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dal dottor Massimo Branciforte. L'incontro è stato possibile in seguito alla richiesta del legale Valerio Masci al ministro Antonio Tajani. «È stata la prima volta in due anni racconta che mi hanno accolto negli uffici degli Affari Esteri per affrontare il caso della morte di mia figlia. Prima di questo momento erano state presentate interrogazioni parlamentari e mi ero appellato pubblicamente alle più alte istituzioni, compresi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Papa, ma non ero mai stato ricevuto. Questo incontro mi ha restituito fiducia: al Ministero si sono messi a disposizione comunicandomi che il dottor Branciforte seguirà in prima persona la storia. Fino ad oggi, infatti, la polizia degli Stati Uniti ha chiuso le indagini identificando come presunto responsabile Renato Yedra Briseno. A suo carico ci sono svariate prove: la macchina abbandonata ritrovata in un parco vicino al luogo del delitto, i frame delle telecamere che lo hanno ripreso mentre acquistava una tanica di benzina».
LA RICOSTRUZIONE
Veronica, infatti, è stata uccisa e il suo appartamento che successivamente è stato incendiato presumibilmente per cancellare le prove del delitto. «Senza il passaggio successivo - continua De Nitto - vale a dire il mandato di cattura, il lavoro svolto dalla polizia di San Francisco è vano: oltre alle prove è necessario che la Polizia federale americana inoltri la richiesta al Messico perché si avvii la ricerca del presunto assassino per processarlo negli Stati Uniti. Ad oggi questo non è ancora avvenuto e il Ministro mi ha garantito che si occuperà della questione, acquisirà tutte le informazioni utili tramite consolato e si sincererà che io venga informato, cosa che non sempre è stata fatta».
Fino ad oggi, infatti, ci sono stati una serie di vuoti dal punto di vista comunicativo che hanno aggiunto al dolore la rabbia di non avere informazioni, l'impossibilità di elaborare il lutto e ritrovare un minimo di serenità familiare. «Come famiglia avremmo dovuto avere un rapporto diretto con le autorità locali continua - ma io non sono mai stato messo a conoscenza di ciò che è accaduto a mia figlia, a partire dalla sua morte di cui mi ha avvisato solamente l'altra mia figlia che vive negli Stati Uniti. Il consolato avrebbe dovuto comunicare alla Procura di Roma della sua morte e delle indagini, ma io ho appreso tutto autonomamente alzando io il telefono per avere informazioni. Basti pensare che mia figlia è stata dichiarata morta all'anagrafe di Latina 10 mesi dopo il decesso. Ho informato anche di questo il Ministro, ovviamente non ne era a conoscenza, e mi ha detto che verificherà tutto e mi farà sapere».
Domenica, nel giorno dell'anniversario della morte di Veronica, che si era trasferita a San Francisco in cerca di un avvenire migliore e per stare vicino alla sorella, là viveva e lavorava da alcuni anni, è stata celebrata una messa in sua memoria nella chiesa di San Luca, del quartiere Nuova Latina dove famigliari e amici si sono stretti nel ricordo di Veronica morta a soli 34 anni.

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