Spregiudicato e noncurante dei rischi che corre.
Le intercettazioni telefoniche e ambientali, con una cimice installata sulla sua auto, raccontano gli incontri del 55enne con Pietrosanti: i due utilizzano il termine ospedale per identificare il luogo di incontro che era quasi sempre un bar nella zona del Santa Maria Goretti. Sono stati registrati incontri a gennaio e febbraio dello scorso anno ad alcuni dei quali De Monaco, per sua stessa ammissione nel corso della conversazione telefonica, si recava portando con sé la figlia piccola. «Sto tornando verso casa con mia figlia» dice al suo fornitore mentre va ad incontrarlo per prendere la droga. Ma da quei dialoghi emerge non soltanto una pesante situazione debitoria accumulata dall'uomo per l'acquisto di stupefacenti ma «si definisce compiutamente il movente dell'agire illecito del pubblico funzionario che utilizza il prezzo della corruzione per sostenere il tenore di vita superiore alle sue possibilità motivato tra l'altro dall'assunzione regolare di cocaina». «Oh, ma quando me dai un po' di soldi?» lo sollecita Pietrosanti all'ennesima richiesta di avere un cinquantino e De Monaco gli risponde «Me devono dà un po' di soldi» con riferimento a quelli che chiedeva a cittadini e imprenditori in cambio delle certificazioni ambientali. E ancora da altre intercettazioni si capisce come avesse accumulato debiti nei confronti di chi lo riforniva di cocaina.
«Mamma mia ragazzi, dove li piglio i soldi? Come faccio? Io non lo so come faccio... non ce la faccio più. Sto in mezzo ai guai devo incassare soldi a rotta di collo». Era Pietrosanti il suo creditore. «Poi il conto te lo faccio domani» gli dice quest'ultimo dopo averci preso appuntamento per il giorno successivo. «Vabbè, domani ti porto 200 euro» gli risponde De Monaco. Un regime per il quale serviva molto più denaro di quanto ne guadagnasse come dipendente comunale tanto da «asservire in modo sistematico scrive il gip Mario La Rosa nell'ordinanza cautelare che lo ha mandato ai domiciliari la propria funzione pubblica al soddisfacimento dell'interesse privato. Emblematico anche l'uso dell'autovettura di servizio per riscuotere un acconto presso un'abitazione di uno dei privati concorrenti nel reato. Ha dato prova si legge ancora di professionalità nel delinquere evitando di dare troppo nell'occhio e andando a trovare i privati a casa per farsi consegnare il denaro pattuito per il compimento dell'atto d'ufficio».
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