Scheletro in spiaggia a Latina, c'è un nome

Domenica 31 Gennaio 2021 di Rita Cammarone
Scheletro in spiaggia a Latina, c'è un nome

Svolta decisiva nelle indagini della Polizia sul rinvenimento dello scheletro avvenuto il 4 gennaio scorso, sulla spiaggia di Foce Verde a Latina.

I resti umani apparterrebbero ad un romeno scomparso da Borgo Sabotino, almeno da prima di Natale. Si tratta di un'ipotesi investigativa molto concreta, che attende soltanto la prova scientifica perché sia definitivamente dato un nome e un cognome a quel corpo straziato, scarnificato in un paio di settimane per la sua permanenza in acqua.


La Squadra Mobile, diretta dal vice questore aggiunto Giuseppe Pontecorvo, nei giorni scorsi ha effettuato un sopralluogo dove lo straniero viveva, ovvero un camping chiuso da tempo lungo l'argine del Canale delle Acque Alte, più noto come canale Mussolini. Nella struttura l'uomo, di cui a Borgo Sabotino non si sono avute più notizie, aveva trovato un rifugio sicuro. Nella sua vita sregolata e piena di incognite, vissuta in solitudine con qualche espediente per tirare avanti, il camping era il suo unico punto fermo. Il romeno dormiva in una roulotte sgangherata. Ed è qui che i poliziotti hanno concentrato la loro attenzione.


DOVE VIVEVA
Tra gli effetti personali, utili anche al rintraccio dei famigliari, sono stati presi in considerazione quelli contenenti tracce biologiche da cui estrarre il Dna. E in effetti la Scientifica ha repertato tra diversi oggetti il suo rasoio. Gli uomini della Questura di Latina hanno iniziato a seguire la pista del romeno quando una persona di Borgo Sabotino ha segnalato l'assenza ripetuta dello straniero che durante il giorno si vedeva spesso nel centro abitato e che trascorreva molte ore sulle panchine.


Una presenza fissa, ripetuta e favorita dall'uso della sua bicicletta non la quale si muoveva dal camping lungo le strade del borgo e anche all'interno dei campi e lungo le sponde dei corsi d'acqua. Ad attirare maggiormente l'attenzione della Squadra Mobile è stata la descrizione dell'uomo e dei suoi quattro denti in oro, come quelli rinvenuti sulle arcate mascellari e mandibolari dello scheletro che nella tarda mattinata del 4 gennaio scorso, a seguito di una mareggiata, è arrivato sulla spiaggia davanti al piazzale dei Navigatori, a poca distanza dalla foce del canale Moscarello (ultimo tratto di canale Mussolini), in mezzo a un'infinità di detriti.
L'autopsia effettuata sui resti dello scheletro ha evidenziato oltre ai denti d'oro anche altri elementi che hanno fatto ritenere l'indicazione arrivata da un residente plausibile questa ipotesi.


GLI ESAMI
A quel punto la Procura di Latina ha autorizzato la comparazione dei profili genetici da estrarre dal rasoio e dal prelievo osseo dello sconosciuto, effettuato in sede di autopsia. Contemporaneamente Intanto si sono attivate le ricerche per rintracciare i familiari. A quanto risulta però l'uomo non aveva parenti in Italia e dunque la Questura di Latina ha allargato le ricerche in Romania.
Quanto alle cause del decesso l'ipotesi più accreditata resta quella di una caduta accidentale nel canale Mussolini, alla foce del Moscarello, da dove il corpo avrebbe poi raggiunto il mare e infine la spiaggia dopo la tempesta che si è abbattuta sulla costa pontina in quei giorni.


L'identità certa della vittima di questa fine orribile consentirebbe agli investigatori di ricostruire con maggiori particolari, anche attraverso testimonianze, gli ultimi momenti della sua vita al fine di escludere o meno un delitto collegato alla sua morte.

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Ultimo aggiornamento: 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA