La vita di Sabrina Di Girolamo, 42 anni, ex parrucchiera di Terracina, madre di due bambine, è cambiata il 22 agosto 2017.
Per l'anestesista, invece, la Procura veronese aveva chiesto l'archiviazione, mentre i legali della donna, gli avvocati Valentina Tirotta e Massimo Procaccini, si sono opposti e il Gip ha chiesto che venga disposto il capo di imputazione da parte del pubblico ministero. Si torna in aula il 29 settembre.
Per quanto riguarda il processo civile, a dicembre il tribunale di Verona ha condannato in solido neurochirurgo e anestesista al risarcimento delle parti, per un totale di 1,6 milioni di euro totali suddivisi tra la stessa Di Girolamo e le parti civili. «Io e il mio collega abbiamo già avviato gli atti di pignoramento spiega l'avvocato Tirotta la nostra assistita sta subendo diversi interventi, perché oltre al danno dell'operazione sono sorte altre problematiche che necessitano di essere curate con terapie specifiche. Ha bisogno di continua assistenza e quel denaro servirà a coprire i costi da sostenere». La Asl veronese ha impugnato la sentenza.
L'OPERAZIONE
Quel 22 agosto 2017 la paziente fu sottoposta a un intervento chirurgico di «craniectomia retro mastoidea destra che prevedeva la collocazione, in anestesia totale, della paziente in posizione semi seduta con fissaggio della testa su una tastiera a tre punte, leggermente flessa in avanti e ruotata verso destra, posizione in cui la paziente era dovuta permanere per tutta la durata dell'intervento», ha scritto il giudice Luigi Pagliuca nelle 46 pagine di sentenza civile. Se l'asportazione del neurinoma è risultata riuscita, «gli accertamenti evidenziavano immediatamente la presenza di una sofferenza endomidollare acuta, con importante edema». Colpa, probabilmente della «manovra di posizionamento della paziente (...) scorrettamente eseguita, provocando il trauma che avrebbe poi determinato l'attuale condizione di tetraplegia». Di Girolamo è «attualmente e in modo permanente impossibilitata a muovere i quattro arti, non è in grado di controllare il tronco e necessita di completa assistenza per la cura della propria persona».
«Da quel giorno la mia vita si è fermata aveva raccontato nel 2018 Sabrina non sono più in grado neanche di abbracciare le mie bambine, ed è quello che mi fa più male. Io da mamma mi occupavo di loro, ora sono loro ad occuparsi di me insieme alla mia famiglia».
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