Mentre Marco Pannone continua a lottare per la vita, a Londra è caccia all'uomo.
A quanto pare un cliente non abituale del Canova Hall di Brixton, il locale a metà tra classico pub e cocktail bar in cui lavora il 25enne italiano, trapiantato in Inghilterra da circa sei anni. Le indagini per identificare e rintracciare l'autore della violenza, dileguatosi subito dopo l'aggressione insieme a un complice che lo spalleggiava, sono in mano agli agenti del Metropolitan police service, che in una breve nota appena emessa fornisce anche la prima ricostruzione ufficiale del caso. «La vittima stava lavorando, quando due uomini sconosciuti si sono avvicinati», spiegano dalla polizia metropolitana, allertata poco dopo la mezzanotte del 2 dicembre. Ci sarebbe quindi stata una breve conversazione, seguita dall'imponderabile: «Uno dei due uomini ha colpito la vittima con un pugno in faccia, facendola cadere sbattendo la testa sul marciapiede. I sospetti sono poi scappati in direzione di Nursery Road. Non sono stati effettuati arresti. Le indagini continuano». Supportate per quanto possibile anche dal personale del Canova Hall: «Ovviamente daremo il nostro massimo supporto alla polizia e il nostro obiettivo è assistere Marco nella sua guarigione», recita una nota emessa dalla Albion & East, la catena di bar di quartiere di cui fa parte anche il locale teatro dell'aggressione. Da dove aggiungono: «Per rispetto nei confronti di Marco e della sua famiglia, ci asterremo da ulteriori commenti fino al completamento delle indagini». Intanto, continuano i messaggi di apprensione e speranza indirizzati al 25enne gravemente ferito. Una moltitudine di pensieri tra cui si staglia quello del team della Rotts, la palestra fondana di kickboxing che il giovane ha frequentato per anni assieme ad alcuni dei migliori amici, fino a rappresentare una seconda famiglia: «Sta combattendo il match della vita, e per la vita. Tutti noi siamo uniti nel suo angolo. Sei tu il più forte».