Lo scandalo legato alla gestione dei fallimenti nel Tribunale di Latina da parte dell'allora giudice della sezione fallimentare Antonio Lollo sarebbe esploso soltanto un mese più tardi ma il commercialista Marco Viola si era già reso responsabile di peculato e falso ideologico in qualità di curatore fallimentare, vicenda per la quale ieri mattina è stato condannato a tre anni e cinque mesi di carcere con il patteggiamento della pena.
Parte delle parcelle venivano restituite al magistrato insieme a regali i di ogni genere. Ieri Viola, assistito dall'avvocato Alessandro Paletta, è comparso davanti al giudice per l'udienza preliminare del Tribunale Pierpaolo Bortone per rispondere di peculato e falso ideologico in relazione ad una vicenda che risale al periodo compreso tra il 2012 e il febbraio 2015. Secondo l'accusa in quel lasso di tempo senza alcuna autorizzazione in qualità di curatore avrebbe estinto il libretto di deposito intestato alla procedura fallimentare di un'azienda della quale si stava occupando, la Iozzo Mario aprendo un conto corrente con la stessa numerazione appropriandosi indebitamente, avendone la disponibilità, di alcune somme di denaro.
La difesa ha chiesto e ottenuto di patteggiare la pena e Viola è stato condannato a tre anni e cinque mesi. Una pena che si aggiunge a quella inflitta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia Piercarlo Frabotta l'8 febbraio 2019, anch'essa risultato di un patteggiamento: tre anni e tre mesi beneficiando anche in quel caso dello sconto di un terzo della pena. Il giudice ha anche disposto l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Come conseguenza della condanna è arrivata la radiazione dall'Albo professionale da parte dell'Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili della provincia di Latina. Il provvedimento è stato adottato proprio alla luce della sentenza del gip di Perugia. Da agosto dello scorso anno Marco Viola sta scontando agli arresti domiciliari la condanna divenuta definitiva.
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