Latina, omicidio D'Arienzo: arrestato un amico per favoreggiamento

Mercoledì 24 Marzo 2021 di Elena Ganelli
Latina, omicidio D'Arienzo: arrestato un amico per favoreggiamento

Colpo di scena nelle indagini per l'omicidio di Erik D'Arienzo, l'uomo di 28 anni ritrovato in fin di vita a ridosso della Pontina, all'altezza di Borgo San Donato, il 30 agosto dello scorso anno e deceduto qualche giorno dopo in ospedale a causa delle gravissime ferite riportate.
FAVOREGGIAMENTO
Ieri mattina i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale hanno arrestato a Sabaudia un uomo di 32 anni, si tratta di Andrea Tarozzi, già iscritto nel registro degli indagati per favoreggiamento: un passaggio questo che aveva consentito di effettuare una serie di accertamenti tecnici irripetibile nei giorni immediatamente successivi all'omicidio.
Il provvedimento di custodia cautelare agli arresti domiciliari è stato firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, su richiesta dei sostituti procuratori titolari dell'indagine Claudio De Lazzaro e Martina Taglione.
L'ipotesi che Erik D'Arienzo fosse morto a causa di una caduta dallo scooter era stata scartata quasi subito, poche ore dopo il ritrovamente del 28enne senza vita, soprattutto alla luce degli esiti dell'autopsia che aveva rivelato come le ferite riportate fossero il risultato di un vero e proprio pestaggio. Una verità in netta contraddizione con la versione fornita agli investigatori da Fabrizio Moretto, detto Pipistrello, l'amico che si trovava con Erik D'Arienzo quella notte e che aveva raccontato una ricostruzione risultata falsa, aveva detto che il giovane era deceduto dopo essere stato investito da ignoti.
L'accusa quindi per Tarozzi è quella di favoreggiamento a favore di Fabrizio Moretto, a sua volta ucciso il 21 dicembre 2020 con un colpo di arma da fuoco davanti alla sua abitazione. In concorso con Andrea Moretto, fratello di Fabrizio, ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio di D'Arienzo, aveva depistato le indagini.
Gli inquirenti sospettano che Erik D'Arienzo avesse un piccolo debito di droga con un fornitore e che a causa di questo debito sia stato vittima di una spedizione punitiva degenerata, con i due indagati Fabrizio Moretto e il 50enne Michele Mastrodomenico, anche lui iscritto nel registro degli indagati - che potrebbero averlo attirato in trappola.
IL RISCHIO DI INQUINAMENTO
Il provvedimento cautelare nei confronti di Tarozzi, notificato ieri mattina, si è reso necessario per una serie di ragioni: innanzitutto per evitare che il 42enne inquinasse ulteriormente le attività investigative sull'omicidio di D'Arienzo; per scongiurare il rischio della reiterazione di reati connessi alle indagini in corso e anche per evitare il pericolo di fuga.
Con l'arresto di ieri l'indagine fa un ulteriore passo avanti verso l'individuazione dei responsabili dell'omicidio del figlio di Ermanno D'Arienzo detto Topolino, conosciuto da tempo dalle forze dell'ordine soprattutto per una serie di rapine messe a segno negli anni '90 e per un'attività di spaccio di droga.
L'INCHIESTA
E proprio Topolino è uno dei principali indagati per l'uccisione di Fabrizio Moretto, freddato con un colpo di pistola alla schiena il 20 dicembre scorso mentre era in sella ad uno scoter a Bella Farnia.
Il padre di Erik è stato sottoposto all'esame Stub poche ore dopo l'omicidio che ha tanto il sapore di una vendetta e con lui sono state indagate altre due persone. Ma finora su questa seconda indagine, affidata al sostituto procuratore Andrea D'Angeli, non ci sono novità di rilievo. La sensazione è che i due omicidi siano legati a filo doppio e che la soluzione di un caso potrebbe portare a definire anche l'altro.

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Ultimo aggiornamento: 11:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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