Francesco, laurea con tacco 14: «Così sconfiggo l'ignoranza»

Domenica 24 Aprile 2022
Francesco, laurea con tacco 14: «Così sconfiggo l'ignoranza»

LA STORIA
Si laurea con tacco 14. Di colore rosso e si chiama Francesco. Si è presentato nell'Aula Magna del Campus Folcara, davanti la commissione, tra cui sedevano le docenti Fiorenza Taricone e Floriana Ciccodicola, con un plateau vertiginoso per discutere la tesi di laurea magistrale in Politiche sociali e Servizio Sociale. Francesco D'Angelis, 27 anni, di Formia, il giorno della sua laurea, conseguita con 110 e lode, ha usato il suo corpo per veicolare un messaggio importante: «Il mio tacco rosso, simbolo della violenza sulle donne e della comunità Lgbtqi+, - dice affosserà l'omofobia e l'ignoranza». Un gesto eclatante e di coerenza per affermare temi come diversità e inclusione. E anche per dire che nonostante la bocciatura del Ddl Zan: «Quell'applauso non ci cancella. Saremo noi, invece, a superare loro nei nostri splendidi tacchi». La storia di Francesco si basa sull'impegno sociale. Sin da piccolo ha lottato per affermare i propri diritti. Da sempre al fianco delle persone affetti da disabilità, che ha vissuto sulla propria pelle in famiglia, occupandosi di uno zio disabile. Ha fatto dell'inclusione la sua ragione di vita e di impegno politico. Iniziamo con il raccontare il giorno della laurea. «La mia tesi è stata un percorso di autodeterminazione femminile. Sono partito riferisce Francesco con il raccontare le rivendicazioni delle femministe in Italia. Dal ruolo delle partigiane sono arrivato ai nostri giorni, al Ddl Zan, passando per il diritto di voto, le leggi sull'aborto e il divorzio e il revenge porn istituito come reato nel 2019».
Il tuo percorso universitario non è stato lineare. Ti sei laureato alla triennale in Lettere antiche per, poi, cambiare iscrivendoti a Servizio sociale. Perché? «Mi ha spinto l'obiettivo professionale che mi sono prefisso, quello di ricoprire in una grande azienda il ruolo di Diversity Manager».
Integrazione, inclusione e valorizzare le diversità: Francesco li vuole mettere al centro della sua professione.
«Ho cambiato corso di studi commenta perché in Italia, con ritardo rispetto agli altri Paesi europei, si sta diffondendo la figura del Diversity Manager, di colui o colei che lavora al fianco del management aziendale per studiare, disegnare e promuovere strategie di valorizzazione delle persone diverse, e pertanto capaci di portare un valore unico».
Ti va raccontare la tua storia? «Sono stato da sempre molto studioso e timido. Avvertivo che in me ci fosse qualcosa di diverso, poi, a 16 anni, ho scoperto la mia omosessualità. Da quel momento ho fatto coming out. Nel tempo ho subito discriminazioni di ogni tipo. Alcuni compagni mi dicevano che non potevo giocare con loro. Sono stato oggetto di epiteti. A tutto ciò ho sempre reagito con forza». Anche il percorso universitario per Francesco è stato tortuoso. «Ho studiato e lavorato allo stesso tempo per mantenermi. Mi sono trovato a vivere una vita da adulto pur essendo un ragazzo».
Ora sei felice? «Sì, molto. Spero in futuro che l'ateneo di Cassino rifletta circa l'opportunità di inserire le Carriere Alias, un'identità alternativa temporanea, per facilitare il percorso e la vita universitaria dei ragazzi e delle ragazze transgender».
Elena Pittiglio
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