Falso incidente, truffa da 600.000 euro

Mercoledì 15 Dicembre 2021
Falso incidente, truffa da 600.000 euro
L'OPERAZIONE
Un falso incidente con l'investimento di un'anziana donna e una truffa alla compagnia assicurativa per 600mila euro. Ma qualche incongruenza ha destato i primi sospetti e le indagini hanno poi smascherato l'intera operazione. I carabinieri del Nucleo investigativo di Latina, guidati dal maggiore Antonio De Lise, hanno iniziato l'attività investigativa su segnalazione dell'assicurazione, che dopo aver liquidato l'ingente somma alla presunta vittima aveva avviato accertamenti antifrode. Così sono riusciti a ricostruire la vicenda, che ha portato ieri all'arresto di quattro persone, indagate a vario titolo e in concorso di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica, danneggiamento fraudolento di beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona.
In esecuzione di un'ordinanza del gip del tribunale di Latina sono finiti ai domiciliari Domenico Panariello, ex carabiniere già destituito dalle sue funzioni, Alessandro Caracciolo e sua madre Michelina Sereno e Antonella Di Mezza Cutillo, rispettivamente vittima dell'incidente mai avvenuto e conducente dell'auto che aveva simulato l'investimento. Il sinistro risale al 6 ottobre del 2016, quando appunto l'anziana, che all'epoca aveva 71 anni, aveva finto di essere stata investita da un'auto in una strada del centro. La compagnia assicurativa, valutati tutti gli i referti medici, aveva liquidato la somma di 600mila euro perché alla signora era stata addirittura riconosciuta un'invalidità del 75% per difficoltà di deambulazione.
LA RICOSTRUZIONE
Mesi dopo però i carabinieri, iniziate le indagini, hanno verificato che sul luogo dell'incidente non era intervenuta nessuna pattuglia delle forze dell'ordine per i rilievi e neppure un mezzo di soccorso del 118. E questo è stato il primo elemento sospetto. La vittima inoltre si era recata al pronto soccorso di Latina solo il giorno successivo e aveva ottenuto un referto medico con una prognosi di 20 giorni, con diagnosi di fratture alle ossa nasali e traumi contusivi vari. Tra la documentazione presentata in una fase successiva per ottenere la liquidazione, c'erano certificati che portavano la firma di alcuni medici del capoluogo, in realtà a quanto pare ignari di tutto. Ma c'era anche una relazione di servizio redatta in maniera del tutto autonoma dall'ex carabiniere, allora in servizio, nella quale si sosteneva che il pubblico ufficiale libero dal servizio quella notte si trovava a passare proprio sul luogo del sinistro e aveva notato la donna a terra, soccorsa da altre persone arrivate anche dal vicino pronto soccorso. Una tesi in aperto contrasto con quanto dichiarato dalla stessa presunta vittima e da suo figlio.
A quel punto le anomalie erano davvero troppe e i carabinieri hanno proseguito le indagini con pedinamenti e riprese ambientali, che hanno in modo inequivocabile svelato la truffa: la signora infatti, nonostante l'invalidità e le difficoltà di deambulazione dichiarate, godeva di ottima salute, almeno dal punto di vista motorio: guidava l'auto, usciva, si recava al supermercato e poi portava a mano le buste piene della spesa caricandole in auto. Conduceva insomma una vita del tutto normale, ma si era evidentemente prestata a partecipare alla truffa architettata dal figlio. I militari dunque hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo riuscendo a recuperare 500mila euro del risarcimento del falso incidente. Uno dei quattro arrestati è stato bloccato ieri all'aeroporto di Fiumicino, grazie alla collaborazione dei militari della compagnia di Fiumicino Aeroporti.
Laura Pesino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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