Da lunedì dosi agli under 65 pronti 200 medici di famiglia

Sabato 27 Febbraio 2021
Da lunedì dosi agli under 65 pronti 200 medici di famiglia
IL CASO
Sono oltre 200, su un totale di 420, i medici di famiglia che in provincia di Latina hanno risposto alla chiamata della Regione Lazio per il servizio di vaccinazione anti-Covid. Ma si tratta di un numero in crescita ha precisato il dottor Loreto Bevilacqua, responsabile della campagna di vaccinazione della Asl pontina perché sono in corso altre adesioni, speriamo fino alla quasi totalità. Il via è previsto per lunedì primo marzo. Si parte con i mutuati classe 1956, a cui verrà somministrato il farmaco AstraZeneca. Ma la macchina organizzativa deve essere ancora messa a punto, lamentano alcuni professionisti, mentre altri hanno già in mano l'elenco dei primi dieci pazienti da contattare per la prima iniezione. E dieci non è un numero a caso. Forse.
IL SINDACATO
Il dottor Luigi Martini, segretario provinciale dello Smi, il Sindacato medici italiani, ha detto che nelle prossime ore si terrà una riunione tra le diverse sigle e la dirigenza della Asl di Latina, alla luce del comitato regionale che si è svolto ieri, proprio per valutare le ultimissime disposizioni e adeguarle alle esigenze del territorio. I medici di famiglia hanno risposto a un primo avviso pubblicato sul Burl a gennaio, che chiedeva ics', poi c'è stato un altro tipo di protocollo vaccinale che prevedeva altro. Va fatta un po' di chiarezza.
IN PROVINCIA
Eugenio Saputo, che esercita la professione di medico di famiglia a San Felice Circeo (distretto LT4), ha dato con molta convinzione la sua adesione al servizio di somministrazione del vaccino anti-Covid, ma prima di chiamare i propri pazienti per la prima dose vuole capire meglio. «Intanto non possiamo partire da lunedì ha affermato ieri -, perché a quanto mi risulta la consegna dei flaconi avrà luogo martedì, 2 marzo. I flaconi dell'AstraZeneca contengono 10 dosi. Io ho 15 mutuati di 65 anni. Cosa ne faccio delle cinque dosi avanzate? Posso somministrarle a chi ha 64 anni? Ecco, ho bisogno di queste risposte. Il dottor Egidio Calisi, anche lui medico a San Felice Circeo, è tornato a studio da poche settimane dopo aver superato il Coronavirus ed essere completamente guarito. Ma si trova ad operare in una sorta di limbo. Ero positivo nel giorno in cui avrei dovuto vaccinarmi ha spiegato e ora che mi sono negativizzato non mi viene ancora somministrato il farmaco perché in questa fase sarei immune. Ma poiché non sono ancora vaccinato posso vaccinare i miei pazienti. Vedremo. Dovrò effettuare dei test sierologici. Per il distretto LT2, di cui fa parte il capoluogo pontino, insieme a Sabaudia, Norma e Sermoneta, fino a ieri avevano aderito al servizio di somministrazione dei vaccini anti Coronavirus soltanto 48 medici di famiglia. Il distretto ha comunicato i nomi dei medici aderenti ha spiegato il dottor Salvatore Schintu da Sabaudia (stesso distretto). La nostra Unità di cure primarie si è impegnata, c'è. Si inizierà con ritmi prudenti sia per verificare l'efficienza dell'organizzazione, sia per garantire la fornitura per entrambi i vaccini, primo e secondo. Questo week end sarà utile per approntare metodiche e procedure, nonché aggiorneremo il software per la cooperazione applicativa in connessione con l'anagrafe vaccinale regionale per il Covid.
LA POLEMICA
Ma intanto non passa indifferente la dura presa di posizione dell'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato contro i medici definiti disertori, quelli che non hanno ancora espresso l'adesione. «La vaccinazione è un servizio che rientra nella convenzione dei medici di famiglia commenta Saputo -. E poi diciamocelo chiaro e tondo: vista la situazione ognuno deve rimboccarsi le maniche. Io avrei accettato anche se non fosse stato previsto il rimborso dei sei euro a dose». Dello stesso avviso Salvatore Schintu anche se chiosa: «Se la questione è stata posta come opzionale poi non la si può pretendere come obbligatoria».
Rita Cammarone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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