Covid, quarantene e non solo: sotto pressione la medicina di base

Sabato 8 Gennaio 2022 di Laura Pesino
Giovanni Cirilli

 Lunghe attese per ottenere un test rapido o un molecolare dalla Asl e file in farmacia.

E tanti, tantissimi dubbi in questa fase delicata della pandemia in cui i contagi schizzano e l'attività di tracciamento rischia di andare in tilt. La prima criticità è data dalla diagnosi stessa di covid, ora possibile con un semplice test rapido eseguito in farmacia. L'altra dal cambio delle regole sulla quarantena, di fatto abolita per chi ha ricevuto la dose booster e per chi ha la seconda dose o è guarito dal virus da meno di quattro mesi, purché sia un soggetto asintomatico. Andiamo per ordine. Attualmente dunque anche le farmacie e i laboratori privati della provincia inseriscono sulla piattaforma utilizzata dall'azienda sanitaria i dati di tutti i cittadini risultati positivi al test e quelli di tutti i tamponi eseguiti. Il dipartimento di prevenzione continua ad occuparsi dell'attività di tracciamento dei contatti, una missione però pressoché impossibile, data l'enorme mole di contagi, condotta ora con ogni mezzo possibile.

«Cerchiamo di raggiungere quanti più cittadini possiamo spiega il responsabile, Antonio Sabatucci e lo facciamo non solo con le telefonate ma anche con mail e sms, pregando ciascun cittadino di avvertire della positività i suoi contatti più stretti. Facciamo il possibile, ma dove non arriviamo noi devono arrivare i medici di medicina generale». Proprio a questi ultimi dunque è affidato l'ulteriore compito di disporre l'isolamento dei propri pazienti ed eventuali quarantene dei contatti, almeno per le categorie per le quali è rimasto tale obbligo. Anche in questi casi però le difficoltà non mancano. Fino a ieri infatti il sistema informatico utilizzato dalla farmacie per la comunicazione dei casi positivi non era di fatto ancora accessibile e consultabile dai medici di base e proprio su questo aspetto si sta ora lavorando per rendere più snelle le procedure. A questo si aggiunge poi un altro problema: non sempre i test rapidi riescono a offrire un risultato certo sul contagio e molti danno esito negativo pur in presenza di sintomi riconducibili all'infezione da covid. «Di fondo c'è un dato: la medicina generale si trova sotto una pressione terribile spiega Giovanni Cirilli, segretario provinciale e regionale della Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale Io stesso lunedì e martedì sono rimasto in studio per 12 ore. E il problema non è dato tanto dal fatto di disporre le quarantene, che ormai quasi non ci sono più. Quello che ci impegna tantissimo è il ragionamento clinico che si deve fare su tutti i pazienti risultati negativi al test rapido ma che presentano tutti i sintomi del coronavirus. I test che propongono le farmacie sono sicuramente tutti buoni e validi, ma purtroppo in alcune circostanze non offrono un risultato certo. E di sicuro non si può consegnare la gestione della pandemia ai farmacisti. Il test non risolve granché se non c'è alla base anche una valutazione clinica del paziente. Chi è negativo e continua a stare male si rivolge a noi e noi dobbiamo essere in grado di capire e dare risposte valutando caso per caso». Come si affronta dunque questa criticità? «In questo momento spiega ancora il dottor Cirilli la priorità è evitare che il sistema sanitario collassi. Oltre a fare vaccini e a visitare i nostri pazienti secondo normali attività di laboratorio, molti di noi si sono messi a disposizione anche per eseguire tamponi, ma è necessario che ci siano diagnosi di qualità. Abbiamo quindi chiesto alla Regione di ampliare le postazioni di medicina generale dotate di una macchina che consente di fare test quantitativi, più certi e sicuri. Non vogliamo sostituirci ai farmacisti, non vogliamo fare mille tamponi al giorni ma riuscire a testare con certezza quei casi di pazienti che restano dubbi. Attualmente queste macchine sono 27 nel Lazio, due negli Ucp (centri di Unità di cure primarie) della provincia. E' l'unica risposta che possiamo dare al sistema in questo momento. La norma che consente infatti la fine dell'isolamento solo con un test rapido da un lato rende più agile le procedure ma dall'altro rischia di creare serie difficoltà». La Fimmg chiede inoltre di allargare al massimo anche la somministrazione di anticorpi monoclonali per via orale affidandole alla medicina generale e Cirilli è convinto che iniziative come quelle messe in campo a Cisterna, con la creazione di un centro vaccinale gestito da medici, sia da replicare anche in altri comuni pontini.
Laura Pesino
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Ultimo aggiornamento: 09:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA