Udine fuori dalla rete anti omofobia

Martedì 17 Luglio 2018
IL CASO
UDINE Il Comune di Udine esce dalla rete Re.A.Dy. Dopo la Regione, che aveva deciso il recesso a fine maggio, anche Palazzo D'Aronco ha stabilito di abbandonare la rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere: lo farà oggi, in giunta, dando il via libera a una delibera presentata dall'assessore alle Pari opportunità, Elisa Asia Battaglia. «Si tratta di une delibera che dovevamo approvare già qualche tempo fa ha spiegato l'assessore -, perché l'adesione alla rete non è coerente con le linee programmatiche del sindaco». In effetti, lo stesso Pietro Fontanini aveva annunciato l'iniziativa all'indomani della scelta della Regione Fvg, un'iniziativa che trova riscontro nelle dichiarazioni che il primo cittadino aveva fatto a inizio mandato, dove la comunità Lgbt non era nominata, e dove si parlava invece del valore della famiglia naturale: «In un Friuli sempre più abitato da persone anziane e con pochi bambini aveva annunciato Fontanini -, vogliamo che la famiglia naturale diventi il pilastro su cui si orientino le politiche finalizzate alla coesione sociale. Porre al centro la famiglia significa ritrovare le origini e i valori fondanti della nostra cultura».
«Sono tante ha continuato Battaglia -, le amministrazioni che ultimamente hanno deciso di uscire da questa rete, a prescindere da quelle in regione (anche Trieste lo ha fatto l'anno scorso, ndr). A livello puramente economico, l'adesione a Ready non sembra aver portato a progetti che abbiano implicato dei costi per il Comune, ma penso che, ad esempio, non sia stata ininfluente sul fatto che il Gay Pride sia stato ospitato a Udine. Io credo ha concluso l'assessore , che il rispetto vada garantito a tutti, a 360°: non è che la categoria Lgbt debba essere più rispettata delle altre». Ready. è un progetto nato da una tavola rotonda svoltasi durante il Torino Pride del 2006: in quell'occasione, diversi rappresentanti delle amministrazioni locali si riunirono per discutere di omofobia e ne uscì una Carta d'intenti che oggi è alla base dell'operato della rete; tra gli obiettivi, promuovere sul piano locale politiche volte a migliorare la qualità della vita delle persone Lgbt, creando un clima sociale di rispetto e confronto libero da pregiudizi e stereotipi, e diffondere buone pratiche di inclusione sociale per le persone Lgbt. Il Comune di Udine aveva aderito alla rete nel marzo 2013 (durante la prima giunta Honsell), con una delibera in cui si impegnava, tra le altre cose, ad attivare un programma di intervento per la prevenzione e il contrasto dell'omofobia e della transfobia.
Di fatto, Furio Honsell, oltre ad aver dato il patrocinio di Palazzo D'Aronco al Gay Pride del 2017, era anche stato uno dei primi sindaci a trascrivere le unioni omosessuali (prima della legge Cirinnà). Poi, appena insediatasi la giunta Fontanini, l'Arcigay del Friuli aveva interpretato come un segnale positivo il fatto che non fosse stato tolto il patrocinio del Comune alle iniziative organizzate per la Giornata Mondiale contro l'omofobia; stavolta, probabilmente, non sarà così ottimista.
Alessia Pilotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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