Soldi del Fvg ai bambini siriani

Lunedì 14 Agosto 2017
TRIESTE - Aiutare nei campi di raccolta turchi i bambini e i ragazzini siriani scampati alla guerra. Aiutarli mediante l'istruzione ma anche il superamento dei traumi dovuti alla devastazione bellica. È questo l'obiettivo-sfida con il quale la Regione Friuli Venezia Giulia risponde a un bando pubblicato dall'Aics - Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Esteri, mettendo sul piatto le risorse (52mila euro su un costo complessivo dell'operazione pari a 254mila euro) sotto le insegne di un progetto denominato Generazioni al futuro Educazione, empowerment e supporto psico-sociale per i bambini e i giovani rifugiati siriani, che vede come partner l'Università di Trieste e in terra turca la Maram Foundation di Graziantep.
La decisione di varare il progetto è arrivata dall'approvazione in Giunta regionale di una delibera predisposta dalla presidente Debora Serracchiani.
L'operazione, che durerà per le intere annate 2018 e 2019, si svolgerà nelle aree della Provincia di Graziantep e nella municipalità di Reyhanli e Antakya (Provincia di Hatay).
Certo che in questo caso sarebbe del tutto fuorviante parlare di distinzioni fra rifugiati bellici e migranti economici, poiché i siriani fuggono tutti da una terra martoriata da guerra, persecuzioni, terrorismo e assai speso case del tutto distrutte. Inopia rerum, dicevano i romani. Mancanza di tutto a cominciare dalla speranza.
Sulla scorta dei dati aggiornati a luglio dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati, in Turchia - spiega la nota introduttiva al progetto - vi sono 3,079 milioni di rifugiati siriani ospitati in diverse strutture di accoglienza disseminate nel Sud del Paese. «L'afflusso non conosce soluzioni di continuità dalla fine del 2012, avendo superato il primo milione di unità nel settembre 2014, i 2 milioni nel settembre 2015 e i 3 milioni nel maggio scorso».
Tra i profughi siriani registrati nei campi di accoglienza turchi si assiste a una distribuzione percentuale fra il 53,2% di uomini e il 46,8% di donne. «L'incidenza complessiva dei minorenni rispetto alla totalità dei rifugiati risulta altissima: il 44,7%. Di questi, il 16,2% è costituito da bambini e bambine fra i 5 e gli 11 anni, mentre i ragazzini fra gli 11 e i 17 anni rappresentano il 14,8%.
Il primo nemico da contrastare con il progetto proposto dal Fvg ha un nome che da solo mette paura: si tratta di «un disturbo di personalità tragicamente nuovo per la scienza - si legge nelle note progettuali - ossia la Human Devastation Syndrome (Hds)». È una condizione patologica che «caratterizza l'esperienza di vita nella quale i giovani soggetti in questione si trovano a vivere dopo anni di guerra». Una situazione che segna profondamente le coscienze e può condurre a veri e propri disturbi di ordine mentale.
Più in generale, il progetto promosso dalla Regione contempla «un intervento a supporto delle realtà già operanti nell'area (Ong) per la definizione di un percorso di istruzione tramite una rete di operatori», ma anche lo sviluppo di competenze professionali, in particolare delle giovani donne, che «permettano di intraprendere percorsi di autonomia economica». Su tale fronte, si prevede l'impiego sistematico e mirato della formazione a distanza via web «con particolare riferimento ai social network». Altri obiettivi richiamano il rafforzamento delle attività di sostegno all'infanzia già presenti nell'area «dando continuità all'azione di presa in carico dei bambini profughi verso un'attività di istruzione formalizzata».
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