«No al lavoro nero, ci restano solo gli interinali»

Martedì 21 Marzo 2017
UDINE - Domani Confcommercio Udine farà il punto sulla situazione venutasi a creare tra gli esercenti e i fornitori di servizi a causa della repentina abrogazione dei voucher.
Tuttavia, il disagio creatosi in Friuli Venezia Giulia è già importante, come attestano il presidente regionale della Fipe, Carlo Dall'Ava, e la presidente regionale di Federalberghi, Paola Schneider. Per un motivo, su tutti: «Non vogliamo usare lavoro in nero», afferma categorica la presidente Schneider, che dagli affiliati ha già ricevuto pressing affinché ci sia una voce corale diretta la Governo. «Non possono dirci di avvalerci del lavoro straordinario aggiunge -, devono provvedere a sanare il vuoto che si è creato».
Il «no» al lavoro nero è categorico anche da parte del presidente dall'Ava, che comunque non crede si arrivi a chiusure di bar e negozi causa abolizione dei voucher. «Per l'immediato dice la maggior parte degli interessati credo abbia voucher nel cassetto. Se il Governo non provvederà però in tempi celeri, bisognerà ricorrere al lavoro interinale, con due conseguenze: lungaggini burocratiche da affrontare e minori introiti per i lavoratori».
Schenider pensa agli operatori delle zone in cui è più difficile trovare manodopera e ancor di più quella che si rivolge alle agenzie interinali. «Ma se l'immagina un'assunzione interinale per un weekend?», chiede quasi retoricamente. «Il problema aggiunge è impellente, perché durante le stagioni turistiche le assunzioni di lungo periodo si fanno. Sono invece le stagioni di mezzo quelle in cui questo istituto funzionava». Ed esemplifica: «Se per esempio adesso capita il pranzo per un matrimonio o per una comitiva, le strutture hanno un picco di lavoro, ma circoscritto a poche ore. Inoltre, per chi lavora in montagna è importante poter trovare lavoratori nel proprio circondario, perché non è facile trovare chi è disposto a lunghi spostamenti il sabato o la domenica».
A.L.
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