La Cardiochirurgia udinese è ai vertici nazionali

Lunedì 28 Giugno 2021
La Cardiochirurgia udinese è ai vertici nazionali
OSPEDALE
UDINE La Cardiochirurgia dell'Ospedale di Udine ai vertici nazionali. Nonostante la pandemia, la Struttura diretta dal professor Livi si segnala per numero di interventi e indici ben oltre la media nazionale. L'ultima edizione 2020 del Programma Nazionale Esiti (PNE), resa pubblica nel marzo scorso, pone la Cardiochirurgia di Udine ai vertici nazionali per il 2019, ultimo anno analizzato, sia nella chirurgia coronarica, con mortalità pari a 0% a fronte di una media nazionale del 1,7%, sia in quella valvolare, con mortalità di 0,8% a fronte di una media nazionale del 2,35%. Non è la prima volta che la Cardiochirurgia di Udine vede riconosciuta la qualità delle sue prestazioni chirurgiche: da quando esiste il PNE (dal 2012), la Struttura dell'Ospedale Santa Maria della Misericordia è sempre stata nelle posizioni di vertice tra tutti gli ospedali pubblici presi in esame, denunciando una mortalità a 30 giorni pari generalmente a metà od un terzo della media nazionale. Anche nell'attività più settoriale dell'assistenza meccanica al circolo come terapia di lungo periodo, la sopravvivenza è allineata a quella dei maggiori centri internazionali risultando pari a 85% ad 1 anno e 65% a tre anni, dati quest'ultimi da considerarsi eccezionali perché relativi a pazienti che altrimenti, senza il dispositivo meccanico, non sarebbero sopravvissuti se non per pochi giorni o settimane.
TRAPIANTI
Infine il programma di trapianto cardiaco, uno dei fiori all'occhiello della sanità regionale, può contare su quasi 700 pazienti trapiantati a partire dal primo trapianto effettuato nel lontano novembre 1985, con un tasso di sopravvivenza di circa il 90% ad un anno e 75% a 5 anni, come certificato dal Centro Nazionale Trapianti (CNT), che pone Udine tra i primi Centri di trapianto cardiaco in Italia, sia per numerosità e sia per complessità della casistica. A tutto questo va aggiunta una copiosa attività ambulatoriale e controllo strumentale, che copre i bisogni assistenziali di quasi 400 trapiantati che afferiscono periodicamente al Centro Trapianti di Cuore per prestazioni di varia natura. I numeri Quasi 700 interventi maggiori di cardiochirurgia l'anno, con attività mantenutasi stabile anche nel 2020 nonostante la pandemia da covid-19.
PATOLOGIE
Viene trattata chirurgicamente tutta la patologia cardiaca dell'adulto, in primis la patologia coronarica isolata (circa 220 interventi all'anno), a seguire quella valvolare semplice e/o complessa (circa 200 casi all'anno), poi quella dell'aorta (circa 70 casi/anno), infine i numerosi casi di patologia mista, cioè coronarica e valvolare o coronarica ed aortica. A questa attività tradizionale, si associa la chirurgia dello scompenso cardiaco avanzato, che prevede il ricorso a dispositivi di assistenza meccanica al circolo in acuto (Ecmo/Impella circa 30 casi/anno) e in cronico (V circa 10/anno) oppure al trapianto (circa 25/anno). I risultati di tale attività sono controllati da Agenas (Agenzia Nazionale per la Sanità) del Ministero della Salute.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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