L'ALLARME
TARVISIO La morte di don Giuseppe Morandini, don Bepi, non ha solo

Mercoledì 5 Settembre 2018
L'ALLARME TARVISIO La morte di don Giuseppe Morandini, don Bepi, non ha solo
L'ALLARME
TARVISIO La morte di don Giuseppe Morandini, don Bepi, non ha solo lasciato un vuoto spirituale in tutta la Valcanale, ma rende complicata una situazione già critica. Don Bepi, infatti, presiedeva le parrocchie di Cave del Predil e Fusine in Valromana oltre a essere da tempo la guida spirituale per la comunità di Coccau. La sua scomparsa ha messo in serio allarme i fedeli che, vista anche la carenza di sacerdoti, guardano con attenzione al futuro. La preoccupazione è che ci voglia tempo perché giunga un successore. Un po' come è accaduto a Camporosso dove, a due anni dalla morte di monsignor Dionisio Mateucig, parroco e rettore del Santuario del Monte Lussari, i parrocchiani sono ancora in attesa di un sacerdote stabile. A ciò si aggiunge la notizia che don Claudio Bevilacqua, in teoria proprio a settembre, lascerà Tarvisio. Problematica identica anche nelle parrocchie di Ugovizza e Malborghetto dove don Mario Gariup, 78 anni a novembre, è stato costretto a lasciare il suo impegno pastorale. Per la Valcanale si delinea dunque un momento davvero difficile, a cui l'Arcidiocesi di Udine, come confermato dal vicario generale monsignor Guido Genero, sta cercando una soluzione. «Le comunità di Cave del Predil, Coccau e Fusine non devono aver paura, non le lasceremo sole. Abbiamo qualche difficoltà a trovare un sostituto subito, ma, come facciamo sempre, nell'attesa subentrerà un amministratore».
LE FUNZIONI
La mancanza di un parroco stabile porterà anche alla naturale diminuzione delle funzioni, aumentando nelle persone il timore che una o più chiese possano venir chiuse, come avvenuto ad esempio per quella di San Michele Arcangelo a Tarvisio Centrale. Intanto per settembre monsignor Genero assicura che i servizi sacerdotali saranno assicurati nella stessa misura del passato, ma dopo? Un aiuto potrebbe venire dalle collaborazioni pastorali entrate in vigore da un paio di giorni se non fosse che Tarvisio con le sue parrocchie (Malborghetto-Valbruna, Ugovizza, Tarvisio, Camporosso, Cave e Fusine) è uno dei punti nevralgici del sistema. Tutta la Valcanale, esclusa Pontebba, dovrebbe quindi far riferimento a un'unica figura: «In ogni collaborazione pastorale uno dei parroci o l'unico presente, fa da coordinatore, le parrocchie sono in rete e si aiutano reciprocamente». Come sbrogliare la matassa? Al momento un nome non c'è anche se il primo pensiero farebbe propendere per qualcuno già sul territorio o che opera in zona: qualcuno dice padre Peter Lah, attuale rettore del Santuario del Monte Lussari, anche se i soliti ben informati propendono più per don Rafael Cimpoesu, vicario parrocchiale a Chiusaforte e Resiutta. «Noi non abbiamo ancora individuato nessuno. Il vescovo - conclude monsignor Genero - ha le udienze in questi giorni e sono esplorazioni che si fanno cautamente. È chiaro che in condizioni particolari come la Valcanale (dove c'è anche la necessità di officiare messa non solo in italiano ndr) la scelta sarà pensata e calibrata per le necessità del territorio».
Tiziano Gualtieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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