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Martedì 18 Luglio 2017
TRIESTE - Dopo di noi. Un'espressione insieme drammatica e imperativa, poiché circoscrive condizioni familiari di estrema difficoltà e catalizza al tempo stesso il problema di come una persona disabile potrà vivere quando i suoi genitori, in genere i suoi familiari, dovessero venir meno.
Ora la Regione - pur cosciente che nessuna istituzione potrà mai sostituire gli affetti di casa - ha deciso di darsi un documento di linee-guida per impiegare al meglio le risorse previste su tale fronte dallo Stato.
Un livello minimo da garantire alla persona disabile sta nel garantirgli la mobilità, la comunicazione e le altre attività cognitive, come anche le attività strumentali e relazionali per la vita quotidiana. Fatta questa premessa, occorre precisare che da tempo la presa in carico delle persone disabili attraverso strumenti di valutazione multidimensionale è un patrimonio del Friuli Venezia Giulia, come certifica l'assessore alla Salute Maria Sandra Telesca che ha portato la delibera all'approvazione della Giunta. Ma adesso «è di prossima adozione un nuovo strumento condiviso di valutazione rivolto alle sole persone disabili - annuncia Telesca - applicabile su larga scala per la sua semplicità e immediatezza, adattato nelle fasi iniziali per un utilizzo mirato in regime di residenzialità e semiresidenzialità». In altre parole, la Regione intende mettere in campo un sistema «coerente con un approccio che, superando la logica ristretta del bisogno assistenziale, guardi ai percorsi esistenziali delle persone ed esplori con cura dimensioni altrimenti escluse», com'è il caso delle aspettative e preferenze individuali, decisive per la qualità della vita della persona.
Il budget annuale di provenienza statale per costruire tali progetti individuali corrisponde per il Fvg a 1,8 milioni di euro. «Tutti gli interventi devono essere aggiuntivi e non sostitutivi dei servizi già esistenti - spiega l'assessore - e dev'essere garantito l'accesso ai servizi e agli interventi a tutte le categorie di disabilità, comprese quelle intellettive e del neurosviluppo».
Quanto alle spese per i necessari servizi socio-sanitari, sono ammissibili soltanto quelle di rilevanza sociale. La Regione prevede la possibilità che gli interventi siano integrati con risorse regionali, di ambito o di altri soggetti». Si prevede l'investimento di 525mila euro per dar vita a percorsi di uscita (anche temporanea) della persona disabile dall'ambiente familiare originario, mentre una somma analoga viene destinata a sostegno della domiciliarità praticando un ventaglio di possibili soluzioni alloggiative.
Inoltre una quota pari a 300mila euro servirà ad attuare iniziative per la consapevolezza e per l'abilitazione e lo sviluppo delle competenze di disabili gravi, da aiutare a gestirsi la propria vita quotidiana. Infine 350mila euro vengono destinati a soluzioni innovative per far abitare i disabili con soluzioni adeguate alla loro condizione. La Regione prevede «il possibile pagamento degli oneri di acquisto, di locazione, di ristrutturazione e di messa in opera degli impianti e delle attrezzature necessari per il funzionamento degli alloggi medesimi - si legge nelle linee-guida - anche sostenendo forme di mutuo aiuto tra persone con fragilità dovute a disabilità».
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