Il Cism compie mezzo secolo Ha accolto 50mila scienziati

Venerdì 12 Aprile 2019
Il Cism compie mezzo secolo Ha accolto 50mila scienziati
CERIMONIA
UDINE «Attualmente la ricerca evolve in forma multidisciplinare, né è esempio il professor Bernhard Schrefler, segretario generale del Cism, che attraverso l'oncofisica del trasporto, cioè combinando scienze meccaniche, digitali e biologiche, sta simulando con programmi appositi l'efficacia di cure antitumorali, dando per il futuro la possibilità alla medicina di predisporre i farmaci più adatti». È questo uno dei volti del Cism a 50 anni dalla sua istituzione, così come è stato presentato ieri dal presidente Mario Pezzetta nella cerimonia per il mezzo secolo di vita, alla presenza di diversi esponenti di Università e centri di ricerca stranieri che da decenni continuano a collaborare con questa istituzione scientifica. Nata nel 1968 su un'idea dello scienziato Luigi Sobrero, subito accolta dall'allora presidente della Provincia di Udine Vinicio Turello, dal sindaco Cadetto e dal presidente della Cassa di risparmio di Udine e Pordenone, il Centro ha cominciato a operare nel 1969 nel palazzo del Torso. Da allora, ha ricordato Pezzetta, «hanno varcato la soglia del Centro quasi 50mila tra scienziati e ricercatori, compresi alcuni Nobel, provenienti oltre che dall'Europa dalle migliori università americane e asiatiche». Nelle sessioni di lavoro che si svolgono a Udine, questi studiosi mettono a confronto e diffondono risultati tra i più avanzati della ricerca scientifica globale (500 i testi scientifici distribuiti da Springer) nei diversi settori della meccanica: fluidodinamica, meccanica computazionale, robotica e ora anche oncofisica. Il primo volume della biblioteca del Cism, entrato 50 anni fa, e l'ultimo, appena edito, «curiosamente trattano della stessa disciplina, la vibrazione nelle costruzioni, ma il confronto mette chiaramente in evidenza il percorso compiuto dalla ricerca in questo lasso di tempo», ha ricordato Pezzetta. Il dibattito e il livello scientifico che il Centro ha sempre garantito, lo hanno reso un punto di riferimento a livello internazionale, tanto che tra gli aneddoti si annovera quello di uno scienziato americano che ha scelto come targa della sua auto: «Cism Udine». Se nel post terremoto il Centro contribuì alla formazione di molti dei tecnici poi impiegati nelle fasi del censimento dei danni e della ricostruzione alcuni volumi tecnici di scienziati afferenti al Cism furono stampati in 5mila-6mila copie -, oggi «questa realtà può dare un significativo apporto alla trasformazione della manifattura friulana ha concluso il presidente -, poiché l'innovazione tecnica e tecnologica oggi ha necessità della ricerca scientifica più avanzata».
A.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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