Case di riposo, più rete e meno rette

Martedì 18 Luglio 2017
Case di riposo, più rete e meno rette
Nelle case di riposo del Friuli Venezia Giulia «avremo un complessivo miglioramento della qualità con un incremento dei tempi di assistenza, uniformità di prestazioni e una quota regionale volta ad abbattere le rette che sarà differenziata a seconda del bisogno».
Così ieri la presidente della Regione Debora Serracchiani e l'assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca hanno presentato il nuovo corso che caratterizzerà le 189 strutture per anziani presenti sul territorio, le quali «durante questa legislatura sono state mappate con un'azione di verifica e di controllo, un lavoro che si svolgeva da 15 anni». Conseguenza della riclassificazione, che si concluderà a fine anno o comunque entro la legislatura, «sono il processo di accreditamento che permette il convenzionamento con il servizio pubblico e il nuovo sistema di finanziamento per gli anziani non autosufficienti ospitati nelle case di riposo, che da una logica basata sui posti letto passa a un approccio guidato dal bisogno degli utenti».
Tali regole saranno applicate ai soli nuovi ospiti dal primo gennaio 2018. «La qualità e il tempo dell'assistenza saranno incrementati senza comportare aumenti delle rette a carico degli utenti, saranno inoltre garantiti i livelli essenziali di assistenza (Lea) e implementati i posti letto convenzionati, dagli attuali 7.145 a 7.550», ha affermato Telesca, ricordando che complessivamente i posti letto autorizzati in regione sono 10.997 di cui 8.693 per non autosufficienti e 2.304 per autosufficienti. I tempi di assistenza per ogni persona saranno di 155,2 minuti quotidiani per il livello di complessità assistenziale più elevato, di 126,2 minuti per il livello medio e 97,2 per quello basso, contro i 75-60 minuti attuali.
Il finanziamento regionale sarà implementato di 16 milioni, passando da 68 a 84 milioni. «Oggi la retta media minima a carico dei cittadini per un posto letto è di 60,50 euro: vogliamo ridurla a 55 e incrementare la quota regionale. L'ipotesi di costo è di passare dagli attuali 26,60 euro, che prescindono dalla gravità del soggetto, ai 39 euro per la persona che ha più bisogno», ha ulteriormente specificato la presidente.
In regione vivono 32mila anziani non autosufficienti per i quali il Servizio sanitario regionale stanzia complessivamente 140,7 milioni, comprendendo il sistema residenziale e l'assistenza domiciliare. «Abbiamo proseguito ad implementare le azioni orientate alla presa in carico domiciliare dell'anziano - ha precisato Serracchiani - ma dobbiamo tenere conto dell'importante richiesta di protezione e cura verso gli anziani non autosufficienti cui sono soggette le strutture».

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