A Passons cento bimbi imparano a rianimare i peluche

Martedì 9 Ottobre 2018
A Passons cento bimbi imparano a rianimare i peluche
IL CASO
PASIAN DI PRATO Quasi cento bambini, dai sei ai dieci anni, il 16 ottobre a Passons impareranno i primi rudimenti di rianimazione cardiopolmonare. Iniziando dal loro orsetto (o coniglietto, o gattino) di peluche, per poi sperimentare le tecniche sui manichini utilizzati per le simulazioni. E a fine corso, i piccoli apprendisti riceveranno il diploma di rianimatore esperto di orsi e scoiattoli. Un esperimento choc per bambini così piccoli? Qualche preoccupazione non la nasconde il sindaco di Pasian di Prato Massimiliano Pozzo: «Non ho ricevuto nessuna protesta e nessun messaggio preoccupato - premette -, ma questa iniziativa un pochettino mi sorprende. È importante che il corso avvenga senza turbare i bambini. Sono d'accordo che vada diffusa la cultura della sicurezza e questo va benissimo. Non sono medico, ma sinceramente la mia unica preoccupazione è per la sensibilità di questi bambini. Mi auguro che siano cose ben studiate e non traumatizzanti. La mia raccomandazione è l'attenzione e la cautela». «Nessuna segnalazione di eventuali preoccupazioni» fra i genitori, lo rassicura la dirigente dell'istituto comprensivo, Carla Ferrari. Sulla delicatezza dell'intervento formativo ci mette la firma Michela Ferro, psicologa clinica e di comunità, che organizzerà e condurrà il corso riservato ai piccoli allievi della primaria Marconi, promosso nell'ambito della campagna Viva! per la settimana della rianimazione cardiopolmonare. E non solo perché si tratta di iniziative volute dall'Europa (il progetto Kids save lifes è promosso dall'Ue e da European resuscitation council), ma anche perché non è la prima volta. «Il corso viene fatto ottemperando a quanto previsto dal Parlamento Ue rispetto alla direttiva che prevede di insegnare la rianimazione cardiopolmonare anche ai non sanitari. Lo fanno in tutta Europa. A Cormons due anni fa il corso è stato seguito da 164 bambini. A Passons saranno un centinaio, dalla prima alla quinta elementare. Nessuna perplessità fra i genitori, anzi, sono stati tutti molto collaborativi e hanno aderito tutti quanti. Ci sono 12-13 docenti e i bambini saranno divisi in gruppi. Rassicuriamo il sindaco: non saranno scioccati, perché la modalità ludica fa sì che i piccoli si divertano e giochino. Inoltre, il bambino è un amplificatore sociale: tutto ciò che viene appreso sarà trasmesso anche alla famiglia e ai loro amici». Ma come funziona? «La modalità scelta è molto simpatica e carina, adeguata alla loro età. Gli faremo vedere la proiezione di una fiaba didattica, Un pic nic... mozzafiato, che racconta di un pic nic nel bosco. Ad un certo punto, l'orsetto Tum Tum ha un arresto cardiaco e Quick la volpe chiama aiuto. Subito accorrono i biancosoccorritori, ossia due coniglietti. I bambini, contemporaneamente, svolgeranno le manovre di rianimazione assieme ai docenti, che sono medici e infermieri». Insomma, i piccoli durante la simulazione «impareranno prima a rianimare il loro orsetto di peluche e poi ripeteranno le tecniche su un manichino da simulazione. La politica europea prevede che tutti, sin dalla più tenera età incomincino ad apprendere qualche rudimento di rianimazione». Con la consapevolezza che la morte cardiaca improvvisa è la terza causa di morte più frequente al mondo. E che la rianimazione da parte di soccorritori non sanitari, informa una nota, «aumenta di 2-4 volte il tasso di sopravvivenza. Ogni ragazzo la può fare».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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