Merkel contro Kurz: non è un esempio

Martedì 17 Ottobre 2017
LE ELEZIONI
VIENNA Le elezioni in Austria hanno decretato un vincitore chiaro, Sebastian Kurz dei popolari ÖVP, che con ogni probabilità riceverà l'incarico di formare il governo dal presidente Alexander Van der Bellen. Non è chiaro però con chi e neanche quale sia il secondo partito uscito dalle urne, se i socialdemocratici (SPÖ) del cancelliere uscente, Christian Kern, o i populisti FPÖ di Heinz-Christian Strache. Aperta quindi l'ipotesi di coalizione. Dall'Europa sono giunte intanto le prime reazioni, fra il tiepido e il caloroso. I risultati sono ancora provvisori a causa dei voti per posta ancora da scrutinare. L'esito della conta è atteso per domani.
I RISULTATI
Se ieri i dati indicavano la ÖVP al 31,6%, la SPÖ al 26,9%, la FPÖ al 26%, oggi il quadro è diverso: ÖVP 31,4%, FPÖ 27,4% (quindi seconda), SPÖ 26,7%, Neos 5%, Lista Pilz 4,1%, Verdi 3,3%. Gli ambientalisti, considerato lo sbarramento del 4%, resterebbero fuori dal Parlamento, ma sperano nei voti per posta. Non appena riceverà il mandato, Kurz intavolerà colloqui.
La novità di ieri è che la SPÖ ha annunciato che si lascia tutte le porte aperte e parlerà sia con la ÖVP sia con la FPÖ. «Non vogliamo chiudere nessuna porta, l'abbiamo deciso con chiarezza», ha detto Kern. Il che lascerebbe pensare che sia una grande coalizione, sia una con i populisti sarebbero ipotizzabili per i socialdemocratici se Kurz dovesse fallire nei colloqui. Per lui sono ipotizzabili vari scenari: sia una coalizione con la FPÖ che con la SPÖ, o anche un governo di minoranza. La FPÖ, ma pure la SPÖ, potrebbe avere interesse a far fallire Kurz per rintuzzare la ÖVP: per la FPÖ allearsi coi socialdemocratici significherebbe l'imprimatur dello sdoganamento in Europa, e per la SPÖ vorrebbe dire continuare a governare e a mettere il cancelliere.
IL DISTINGUO
In caso di riedizione della grande coalizione, a ruoli inversi (ÖVP al comando con Kurz cancelliere), Kern ha già detto che non sarebbe disposto a fare il vice e al suo posto si fa il nome del ministro della difesa, Hans Peter Doskozil. Diventare partner junior in una grande coalizione significherebbe per la SPÖ perdere la posizione di numero uno al governo detenuta sin dagli anni '70 con Bruno Kreisky. Ma senza fumata bianca fra due, tre settimane, le cose per Kurz si metterebbero male.
Dall'Europa si registra la virata dell'Austria: la campagna, a destra, è stata incentrata sull'obbiettivo di fermare gli arrivi dei migranti e chiudere le frontiere con relativa minaccia dell'Islam. Un conto è la campagna elettorale e un conto il governo, ma l'eventuale cancelliere Kurz non potrà ignorare i temi cavalcati prima del voto, da lui stesso e dal leader FPÖ Heinz-Christian Strache.
LE REAZIONI
I commentatori minimizzano lo scenario di sirene del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheira, Repubblica ceca e Slovacchia), contrario a immigrazione e ricollocamenti: propaganda elettorale, dicono, Vienna sa benissimo che la sua bussola politica ed economica punta all'Europa. Dall'Ungheria di Orban sono arrivati comunque a Kurz calorosi auguri per la vittoria.
Da Berlino la cancelliera Merkel, criticata da Kurz sulla politica di immigrazione, reazioni contenute: si è detta ottimista sulla futura collaborazione e di «non farsi drammatiche preoccupazioni» su possibili divergenze sulla politica dei profughi ma ha precisato che la posizione dell'Austria «non vale per la Germania»: la soluzione dei problemi tedeschi non è quella. Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha detto di augurarsi un «governo stabile pro-europeo». Auspicio ribadito dal leader SPÖ, Martin Schulz. A Vienna, l'ex ministro francese Laurent Fabius, circa l'ipotesi di nuove sanzioni Ue all'Austria come nel 2000 in caso di governo con la FPÖ, ha osservato che «bisogna vedere se è ancora la stessa estrema destra di una volta».
Flaminia Bussotti
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