Manuel guarda avanti: «Tra 10 anni in piedi ma prima le Olimpiadi» `

Giovedì 14 Marzo 2019
Manuel guarda avanti: «Tra 10 anni in piedi ma prima le Olimpiadi» `
LA STORIA
ROMA Ha voluto vedere la sua stanza, prima di tutto. Tra quelle quattro pareti in pochi metri quadrati è cresciuto, giorno dopo giorno, il sogno del nuoto. E il desiderio, che nel cuore arde ancora forte, di arrivare alle olimpiadi con la maglia azzurra. Speranze che nulla e nessuno gli potrà mai togliere, nemmeno un proiettile vagante che lo ha costretto su una sedia a rotelle. Ricordi ed emozioni ieri mattina al polo natatorio di Ostia per la visita di Manuel Bortuzzo, il 19enne trevigiano e promessa del nuoto rimasto paralizzato dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola la notte tra il 2 e il 3 febbraio all'Axa. I suoi sicari, reo confessi, Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano hanno ammesso di aver sparato per errore: «uno scambio di persona». Manuel non ha perso il sorriso e la voglia di lottare per realizzare i propri sogni. Sono passati 39 giorni da quella notte e il campione è già oltre. «Per guardare avanti non bisogna voltarsi indietro. Dove mi vedo tra dieci anni? Credo ancora in tv, per un motivo o per un altro, ma spero in piedi».
Per il tentato omicidio sono stati arrestati i due ragazzi di Acilia. «Disposto a incontrarli se me lo chiedessero? Anche no, non mi cambierebbe niente, ma se li avessi davanti penso che mi metterei a ridere perché non ha senso quello che hanno fatto», sottolinea Bortuzzo, tornato per la prima volta dall'aggressione nel Centro Federale di Ostia nel quale si allenava e dove stava costruendo il suo avvenire sportivo. «Non si tratta di perdonare o meno. Io semplicemente non dò loro nessun peso, li lascio perdere», ha aggiunge l'atleta veneto accompagnato al Polo Natatorio dai genitori Franco e Rossella, e dal presidente della Federnuoto, Paolo Barelli. A Manuel insomma non interessa chi lo ha costretto sulla sedia a rotelle, in mente ha altro. «Voglio tornare come prima. Il mio obiettivo era partecipare alle Olimpiadi e non è cambiato: se tutto andrà bene ci andrò. Non penso alle Paralimpiadi, voglio prima vedere dove posso arrivare».
Dopo il ricovero all'ospedale San Camillo lo stanno seguendo medici e fisioterapisti specializzati della Fondazione Santa Lucia. Nel centro di riabilitazione Bortuzzo ha già avuto la possibilità di tornare in piscina. Con lui, la cuffia dell'amico-campione Gabriele Gabry Detti: «Me l'ha regalata e per il primo tuffo non potevo non metterla - ha fatto sapere con il sorriso stampato in volto Manuel - appena entrato in vasca però non sentivo l'acqua sule gambe ed è stato strano, poi quando mi sono immerso completamente è sembrato tutto normale - ricorda -. L'acqua è tutto, ti senti libero a nuotare, non hai pensieri».
LA SORPRESA
«Non ho mai maledetto quel momento. Non sono arrabbiato e non ho rimpianti. Doveva andare così ed è andata così. Non ha senso ripensarci, non cambia la situazione e ti fai solo del male. Quello che è successo però mi ha reso più forte e sicuro», ha ribadito l'atleta delle Fiamme Gialle.
E tra i tanti che sono passati in ospedale o alla fondazione per un saluto la sorpresa più gradita è stata Bebe Vio, arrivata in gran segreto martedì pomeriggio al Santa Lucia: «Abbiamo chiacchierato per ore e ci siamo raccontanti le nostre vite», ha confidato Manuel che ora progetta la sua vita a Roma: «Non ho mai pensato di andarmene, anzi vorrei comprare casa. Roma mi ha tolto tanto ma penso che mi darà anche tanto - conclude Manuel -. Sto bene qua, ho gli amici e la morosa, Martina. Abbiamo passato in un mese quello che la gente non passa nemmeno in una vita».
Mirko Polisano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci