Catalogna, scatta l'arresto per due leader indipendentisti

Martedì 17 Ottobre 2017
Catalogna, scatta l'arresto per due leader indipendentisti
LA CRISI
MADRID Tre giorni di tempo, per chiarire se il governo catalano ha dichiarato o no l'indipendenza. Poi, il commissariamento dell'autonomia. Fino a giovedì. È il secondo e definitivo ultimatum del governo spagnolo a Carles Puigdemont, che in una lettera a Mariano Rajoy ha chiesto due mesi di tempo per aprire un dialogo. «La sospensione del mandato politico sorto dalle urne il primo ottobre dimostra la nostra ferma volontà di trovare la soluzione e non lo scontro» ha scritto il president. Ma schivando volutamente la risposta alla richiesta formale di Madrid - ha dichiarato o no l'indipendenza? -, che in caso affermativo attiverebbe la sospensione temporanea dell'autonomia. Una replica «deliberatamente elusiva», come l'ha definita la vicepremier Soraya Sanz de Santamaria. «Il signor Puigdemont ha un problema non solo rispetto alla legalità, ma anche ai cittadini che gli stanno chiedendo chiarezza» ha detto la Santamaria.
Per il governo non è credibile nessun appello al dialogo, «quando si ignora l'opposizione nel Parlament e si procede con la politica di fatti consumati e le decisioni unilaterali». Al presidente catalano, che ha chiesto una riunione «il prima possibile» con Rajoy, è stato lo stesso premier del Partido Popular, nella sua lettera di risposta, a ricordare che «il ritorno alla legalità è previo a qualunque dialogo democratico». Dopo la richiesta di Puigemont di frenare «la repressione», Rajoy ha ricordato che è nelle sue mani impedire l'applicazione dell'articolo 155, che «non comporta la sospensione dell'autogoverno, ma solo la restaurazione della legalità nell'autonomia».
I RISCHI
Al di là del braccio di ferro, sia Rajoy che Puigdemont cercano di guadagnare tempo. Il primo cosciente del salto nel vuoto rappresentato da un commissariamento della regione, con alti rischi di tensioni sociali. Il secondo, consapevole che l'incertezza giuridica di una frattura unilaterale, che ha già provocato la delocalizzazione di multinazionali e di centinaia di imprese, può solo peggiorare la situazione, senza uno straccio di riconoscimento internazionale.
Se Puigdemont non rettificherà, già nel consiglio dei ministri di venerdì Rajoy potrebbe approvare le misure straordinarie, che dovranno ottenere il placet al Senato. Il Parlament ha sospeso la prossima seduta plenaria, in cui l'anticapitalista Cup esigeva di dichiarare senza ambiguità la Repubblica catalana.
LA REPRESSIONE
Ma è stata recepita come una doccia gelata, la decisione a tarda sera del magistrato dell'alto tribunale dell'Audiencia Nacional, Carmen Lamela, di accogliere le richieste della Procura del carcere senza condizionale per Jordi Sanchez e a Jordi Cuixart. Sono i leader dei movimenti indipendentisti Acn e Omnium Cultural, ai quali si imputa un «ruolo essenziale» nell'organizzazione del referendum illegale e nell'assedio indipendentista per «impedire l'azione di polizia giudiziaria», le perquisizioni e gli arresti dei funzionari, negli uffici della Generalitat, il 20 e il 21. Il tribunale ha deciso invece di lasciare in libertà il capo dei Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, Josep Lluis Trapero: la Procura reclamava il suo arresto, gli sono state imposte invece alcune misure cautelari, tra cui il ritiro del passaporto e l'obbligo di firma.
Paola Del Vecchio
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