Romeo, il mistero aperto sulle polizze mossa per il rientro al fianco di Raggi

Mercoledì 21 Febbraio 2018 di Simone Canettieri
Romeo, il mistero aperto sulle polizze mossa per il rientro al fianco di Raggi

«Salvatore, vieni da me, ti aspetto, così parliamo di persona». Virginia Raggi telefona a Romeo appena ha tra le mani il decreto del gip. Quattro pagine che chiudono una vicenda giudiziaria, ma lasciano aperte praterie di misteri. Di fatto, non è una riabilitazione quella che ha in mente la sindaca, per colui che le ha intestato oltre 30mila euro di polizze - in tre diverse tranche - a sua insaputa. Un «gesto di affetto» anomalo e a tratti incomprensibile per un impiegato del Comune che guadagna meno di 40mila euro all’anno.

Salvatore Romeo, l’uomo del tetto («Con Virginia ci salivamo perché nel palazzo c’erano le cimici», disse in un’intervista a Il Messaggero) non se n’è mai andato. Ha vissuto, semmai, un dolce esilio. Da buon attivista M5S, in questi mesi è rimasto comunque sempre sulla piazza. Sempre cioè, dove c’era lei, «Appena può, «Salva» non disdegna le visite in Comune in solitaria, anche se i suoi uffici sono a Ostiense, quartiere sud della Capitale. Per esempio, giovedì scorso ha passato, raccontano a Palazzo Senatorio, l’intera giornata a fare anticamera per parlare con la sindaca. Dopo le elezioni, il funzionario sogna di riprendersi un ruolo operativo al fianco di Raggi. D’altronde, dopo di lui, l’ufficio di capo della segreteria politica è rimasto vuoto. La lunga riunione di ieri, lontana da occhi indiscreti, è terminata con un «ci aggiorniamo». In Campidoglio nessuno - tra maggioranza e assessori - è pronto a stendere tappeti rossi all’ex braccio destro dalle cravatte colorate «visti i danni che può fare». Sono troppi i dubbi da dissipare. La vicenda dello stipendio triplicato (da 39 a 111mila euro: importo mai chiaramente indicato negli atti) grazie a una delibera fuori sacco approvata nell’agosto del 2016, non è mai stata spiegata politicamente. 

LE TENSIONI
Si sa, di sicuro, che l’allora capo di gabinetto Carla Raineri si oppose e anche l’ex assessore al Bilancio Marcello Minenna disse di no. «Se saltano loro, lascio anche io», dirà in più di un’occasione Raggi di Raffaele Marra e, appunto, di Salvatore Romeo. Se il primo diventerà nella disgrazia «un dipendente come gli altri 23mila», il secondo ha rappresentato per la pentastellata (e chissà se è così ancora oggi) più di un punto di riferimento. I panini sul tetto, le riunioni fiume, le strategie, le chat, le foto. Un collaboratore con più ascendente di un vicesindaco. E per questo mal sopportato da tutti: dall’ultimo dei consiglieri comunali a Beppe Grillo, che in un momento di rabbia disse: «Io questo Romeo lo caccio pure dal M5S».

Ma lui, forte di un rapporto con la sindaca che tuttora sembrerebbe inossidabile, è riuscito a resistere il più possibile. Anche quando si scoprì che a titolo di «amicizia e affetto» aveva intitolato - cambiando in corsa benificiario - tre polizze a vita per un totale di oltre 30mila euro alla sindaca. L’ultima a poche ore dall’avviso di garanzia a Raggi, dopo l’arresto di Marra. a sindaca a botta calda disse che lo avrebbe denunciato, tuttavia si dubita che sia arrivata fino in fondo. Ma i rapporti tra loro raccontano altro, al di là della vicenda giudiziaria che lascia senza risposte troppe domande. Motivo per cui il M5S non ne vuol più sentir parlare, ma la sindaca continua invece ad ascoltarlo. Al punto che Romeo lavora per il gran rientro in Campidoglio. Non dal tetto, questa volta, ma da Sisto IV, l’ingresso principale del Comune di Roma.
 

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 09:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA