Nel mirino 50 “Reds” violenti: rischio infiltrati al Concertone

Sabato 28 Aprile 2018 di Cristiana Mangani
Nel mirino 50 “Reds” violenti: rischio infiltrati al Concertone

Sono cinquanta gli ultrà del Liverpool segnalati all’Italia dalla polizia inglese. Un gruppo di “pericolosi”, anche se non i più violenti, visto che in Inghilterra le regole contro la violenza negli stadi sono preventive e repressive. E chi ha precedenti per episodi analoghi non può uscire dal paese, perché gli viene ritirato il passaporto. Arriveranno molto probabilmente con mezzi propri, e non con i charter messi a disposizione dalla società. E chissà che non decidano di partecipare al Concertone del primo maggio, e quindi di anticipare di un giorno.

LE GITE
La loro presenza preoccupa ma non troppo le forze dell’ordine, che sono convinte di riuscire a monitorare e seguire ogni loro spostamento. Se c’è un fatto che però caratterizza i tifosi d’oltremanica è la passione per l’alcol e le bevute. Un particolare che potrebbe rendere più agitata anche la partecipazione all’evento sportivo dei cinquemila supporter che hanno comprato il biglietto, qualcuno in direzione Roma, altri Perugia, Pisa, per un giro turistico pre-partita. Ma non è tutto: i dirigenti della squadra dei Reds hanno infatti spiegato durante la riunione di ieri al Viminale, che i sostenitori hanno un’altra abitudine, ed è quella di esporre le loro bandiere nei luoghi di incontro o nei ristoranti dove si fermano per mangiare. L’impegno è di non far circolare messaggi offensivi, politici, o provocatori. Anche se quello che preme alle forze dell’ordine è che non vengano commessi atti di vandalismo sulle opere d’arte, come già accaduto in passato con la tifoseria olandese.

Ma chi sono questi supporter dei “rossi” che stanno per sbarcare nella Capitale? Ceto medio, ma anche tanta working class. Nel corso degli anni si è andata affievolendo in Inghilterra la minaccia hooligans, dopo i provvedimenti severissimi presi in seguito alle stragi dell’Heysel e di Hillsborough. Nelle stagioni passate l’Home Office ha effettuato poco più di duemila arresti dentro e fuori gli stadi, il dato più basso di sempre. I più violenti restano i tifosi del Manchester United, che sono anche i più numerosi. L’Irlanda del Nord sembra il luogo ideale per menare le mani per poi scatenarsi in Scozia, per l’Old Firm, il derby fra i Glasgow Rangers, squadra protestante con tifoseria lealista, protestante e destroide (la Icf), e i cattolici del Celtic. Uno scontro di religione, politica e solo in secondo piano una sfida calcistica.

TESTE RASATE E ANFIBI
Non sarà difficile identificarli perché, in genere, hanno capelli rasati, sciarpe con i colori della squadra, giubbotto imbottito e ai piedi anfibi con punta in metallo. In passato le curve sono state territorio di conquista degli skinheads, compresa la Kop del Liverpool. La prima risposta per contrastarne la violenza è stata l’introduzione delle recinzioni per separare le tifoserie. Ma non è stata sufficiente, e così sono stati presi altri severi provvedimenti. Decisioni che hanno funzionato fino a qualche mese fa, quando c’è stata una preoccupante ripresa: teste insanguinate, sedie strappate dalle gradinate, arresti, tensione dentro e fuori dallo stadio. Scene «come non se ne vedevano dagli anni ‘70», ha titolato qualche tabloid. La rissa è stata tra tifosi del West Ham e del Chelsea, durante e dopo il derby londinese negli ottavi di finale di Coppa di Lega. E di recente anche il Liverpool si è ritrovato al centro di una battaglia tra supporter. Il rischio di un ritorno al passato che sta già agitando polizia e società.

 

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