Quota 100, gli effetti a Roma su statali e società pubbliche

Venerdì 1 Marzo 2019 di Francesco Pacifico
Roma, gli effetti di Quota 100 su statali e società pubbliche. Nel Lazio già 8 mila domande

Quota 100 doveva essere una misura scritta per i lavoratori del Nord. Invece dal Lazio sono arrivate quasi le stesse domande della Lombardia, circa 8.000, delle quali solo 2.000 da donne. Un dato ancora più impressionante se si pensa che nel Lazio vive circa la metà della popolazione di quella residente tra Milano e le altre province limitrofe. Ma soprattutto - circostanza non meno inaspettata - sono stati i dipendenti privati (quasi 3.200 unità) a chiedere di anticipare l’uscita dal lavoro, distanziando quelli pubblici: dai travet - in un territorio dove circa il 15 per cento del Pil è legato a Stato e parastato - sono arrivate circa 2.700 richieste di prepensionamento.

Finora sono state rigettate un’ottantina di domande per mancanza dei requisiti necessari. A poco più da un mese dall’avvio di Quota 100 è questo il primo bilancio dell’operazione che permette a chi a 62 anni di età e 38 di contributi di lasciare il lavoro senza aspettare i 67 anni previsti dalla Fornero. Degli oltre 3.200 dipendenti privati oltre un terzo ha più di 63 anni e tanto basta per capire che parliamo di lavoratori “bloccati” proprio dalla riforma scritta dall’economista torinese. Molti di loro sono da tempo disoccupati o sotto ammortizzatori sociali. 

I SETTORI
Guardando ai settori, molti provengono da quelli che più hanno risentito della crisi: edilizia, grande distribuzione, i servizi finanziari, tenendo dietro l’industria e non dimenticando il migliaio di addetti che potrebbero uscire dalle grande partecipate statali come Eni, Poste o Leonardo, molto presenti su Roma. Dal mondo del commercio sono arrivate 418 domande, dagli artigiani 348, dai coltivatori diretti 89 e dal comparto sport e spettacolo 68. Nota l’economista Alberto Brambilla, uno dei maggiori consulenti della Lega sul versante previdenziale: «Vedendo questi numeri, è facile ipotizzare che molte aziende private abbiano spinto i loro dipendenti più anziani e quelli meno capacità di riconvertirsi alle nuove tecnologie. Non mancano poi lavoratori bloccati dalla Fornero: come Itinerari previdenziali abbiamo calcolato che dei 315.000 presenti in tutt’Italia, poco meno di 45.000 sono nella sola Roma».

Giuliano Cazzola, già segretario confederale della Cgil e presidente del Civ dell’Inps, consiglia di prendere con le pinze questi numeri: «Sono gonfiati, perché nel Centro e nel Mezzogiorno si presentano più domande di quelle che veramente hanno i requisiti». Capitolo a parte per il pubblico impiego, che nel Lazio dà lavoro a oltre 85.218 persone. Finora in tutto la Regione sono state presentate circa 2.700 domande, per quasi il 90 per cento a Roma città. Soltanto al Campidoglio e nelle sue varie articolazioni potrebbero uscire in prospettiva 2.600 unità (finora le richieste di prepensionamento sono state 200), mentre alla Pisana i “potenziali” sono 400. La Cgil Funzione pubblica ha calcolato che quest’anno circa 66 mila travet hanno raggiunto i requisiti previdenziali per lasciare il proprio posto. Guardando ai singoli comparti, si stima che circa un terzo delle domande per Quota 100 dovrebbe essere arrivata dai ministeri, un altro 20 per cento dall’Inps (dove dovrebbero uscire a fine anno circa 400 persone), dall’Inail e dalle altre agenzie; infine un ulteriore 30 per cento riguarderebbe la sanità. 

I FONDI SPECIALI
Ma per capire meglio quello che avverrà nel pubblico bisogna guardare anche alle 557 domande che l’Inps ha catalogato nella categoria dei fondi speciali: un mare magnum nel quale entrano i telefonici (al riguardo Telecom ha annunciato 600 prepensionamenti solo con Quota 100), gli elettrici, il fondo volo, ma soprattutto le municipalizzate. In ogni caso un flusso che potrebbe mettere a rischio l’erogazione di servizi pubblici essenziali. Nota al riguardo Natale Di Cola, segretario generale della Fp Cgil Roma e Lazio: «Senza lavoratori, non c’è servizio pubblico. Nel Lazio, data la presenza di tante amministrazioni e uffici centrali, i dati sono ancor più allarmanti». Gli fa eco dall’Inps il presidente del Civ, Guglielmo Loy: «Le domande di Quota 100 e il prossimo reddito di cittadinanza potrebbero generare un impatto significativo soprattutto nelle aree urbane del Centrosud (a partire da Roma) anche per la significativa quota di dipendenti pubblici interessati».
 

Ultimo aggiornamento: 14:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA