Flussi elettorali, male i Cinquestelle nelle città guidate da Raggi e Appendino

Mercoledì 7 Marzo 2018 di Diodato Pirone
Flussi elettorali, male i Cinquestelle nelle città guidate da Raggi e Appendino
2
ROMA Nella monumentale vittoria del M5S della scorsa domenica alle politiche c’è una crepa: in entrambe le grandi città governate dal Movimento, Roma e Torino, alle politiche i grillini hanno perso circa il 5% dei voti rispetto alle comunali del 2016. Il confronto è cristallino: nelle comunali 2016 il M5S prese il 35% a Roma e il 28% a Torino, mentre alle politiche di domenica scorsa ha raggiunto il 30% a Roma e poco più del 23% a Torino. I dati stridono ancor di più con lo sfondamento complessivo ottenuto a livello nazionale dal M5S se si analizzano altre coincidenze e dati.

In entrambe le città a guida pentastellata, ad esempio, il Pd è tornato ad essere il primo partito, “fenomeno” non casuale perché riguarda anche Milano dove i Dem raggiungono il 27%. Le metropoli italiane dunque sembrano riassumere il ruolo di trincea della sinistra che hanno avuto anche in passato. E se a Roma il raffronto fra i voti Pd delle regionali (260.000) e quelli del pentastellati (250.000) è al fotofinish, a Torino la distanza fra i voti delle due liste (attenzione: liste, non coalizioni) raccolti alle politiche è più netto: i democrat torinesi risalgono al 26% mentre i grillini, come detto, sono un po’ sopra il 23%. 

L’AUTOCRITICA
Fra i pentastellati torinesi è già iniziata l’autocritica, con la sindaca Chiara Appendino che ha dichiarato di «pagare per la responsabilità che abbiamo dimostrato». Ma il confronto sui dati in realtà è più spinoso per i grillini romani perché a Roma il Movimento ha contenuto i danni alle Politiche mentre alle Regionali ha registrato un arretramento che somiglia moltissima a una Caporetto.

Qualche cifra? Alle Comunali del 2016 Virginia Raggi raccolse 461.000 voti al primo turno. Oggi, a meno di due anni di distanza, ad un altro voto amministrativo la candidata M5S Roberta Lombardi ha preso nella Capitale solo 385.000 voti. Zingaretti è primo a quota 545.000. Un distacco siderale che in termini matematici si misura nel 41% in più. Lombardi è risultata terza in città perché superata anche dal candidato del centrodestra, Stefano Parisi, che ha racimolato 405.000 preferenze. 
Sempre rispetto alle Comunali i voti cittadini per la lista a Cinquestelle si sono quasi dimezzati passando dai 420.000 del 2016 ai 250 mila di domenica scorsa. Questo significa che il M5S alle comunali M5S raggiunse un consistente 35% mentre alle regionali è sceso, sempre nella sola capitale, ad un rispettabile ma ben più modesto al 22%. 

Forse è presto per stabilire in quale misura il voto amministrativo dei romani sia legato alla disillusione verso le amministrazioni gemelle di Raggi e Appendino. Per il momento gli avversari dei 5Stelle si limitano a guardare in casa propria. I Democrat romani sono aggrappati ad un dato per loro molto incoraggiante: rispetto alla comunali del 2016, alle politiche ben 100.000 romani in più hanno segnato sulla scheda elettorale il simbolo del partito.
Ma c’è una novità rilevante anche sul fronte del centrodestra: il primo grande successo della Lega nella Capitale dove ha ottenuto l’11% dei consensi. Il marchio “Lega” a Roma non è mai stato popolare per via dei violenti slogani anti-romani dell’epoca bossiana. Ma da domenica la storia è cambiata. Tanto che al simbolo Lega nella Capitale sono andati ben 149.000 voti superando i “cugini” dei Fratelli d’Italia, eredi diretti del monopolio della destra sociale da sempre robusto a Roma, che si sono fermati a quota 134.000.
Ultimo aggiornamento: 12:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA