Il pusher Pompei: «Passo notizie ai carabinieri, ma non conoscevo Cerciello»

Domenica 21 Giugno 2020 di Camilla Mozzetti
Il pusher Pompei: «Passo notizie ai carabinieri, ma non conoscevo Cerciello»

«Mi capita ogni tanto di dire qualcosa, confermare dove e chi spaccia: quello c’ha la roba quell’altro no, del resto io sono un consumatore quindi è capitato che parlassi con Fabrizio», il militare della stazione Roma-Trastevere che in un verbale, depositato agli atti del processo per l’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, ha detto che Italo Pompei era un suo informatore. Ma che c’entra quest’uomo con l’omicidio del vicebrigadiere di cui sono accusati i due ragazzi statunitensi Finnegan Lee Elder e Gabriel Christian Natale-Hjorth? Conosceva Cerciello o il suo compagno Andrea Varriale? Passava informazioni anche a loro? La risposta è netta: «Non c’entro nulla: Cerciello e Varriale non li ho mai visti né conosciuti». 

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Trovare Italo Pompei non è facile anche se per le strade del Rione Trastevere lo conoscono un po’ tutti. È pomeriggio e da dietro la porta del suo appartamento, su cui pende minacciosa una videocamera, risponde presumibilmente la madre: «Italo non c’è, non so quando ritorna, non le posso aprire». Pompei allora è in giro, forse con il suo cane, per le strade del Rione ma sembra essersi volatilizzato.


Nel tardo pomeriggio però risponde al telefono. A quello stesso numero che il carabiniere della stazione Roma-Trastevere aveva registrato sul proprio cellulare con il nome “Italo frutteria”, perché Pompei sembra che gestisse un negozietto di verdura proprio sotto il suo appartamento prima di cederlo a dei bengalesi.


«Ancora a parlare di questa storia ma io che c’entro?» esordisce alla prima domanda. Poi però non mette giù e inizia a parlare.

Lei ricorre in questa vicenda perché un militare dice che era il suo informatore. Ha mai parlato con il carabiniere della stazione Roma-Trastevere, lo conosce? 
«Sì, Fabrizio lo conosco».

La mattina dell’omicidio ha ricevuto una sua chiamata per rintracciare un magrebino?
«Quel giorno non c’è stato nessun tipo di contatto con Fabrizio, io non ho sentito nessuno».

Lei però gli passava delle informazioni sul giro di Trastevere?
«Ma era una cosa così. Lo conosco e quindi se mi diceva “ma che sai qualcosa” gli rispondevo “a Fabrì si so qualcosa” però non ho mai firmato nulla».

Il vostro era un rapporto informale.
«La confidenza c’è sempre stata nel senso che mi diceva: “Ma tu lo sapevi che quello spacciava” e io gli rispondevo magari “sì ma se lo sapevi che me lo chiedi a fà?”, gli potevo confermare quello che poteva dire lui».

Cosa è successo la sera in cui poi è morto il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega con Sergio Brugiatelli, l’uomo che è stato derubato del borsone dai due statunitensi?
«Io Cerciello e l’altro, Varriale, non li ho mai visti né conosciuti. Non dico che sono uno stinco di santo, ho precedenti per spaccio ma ho sempre patteggiato. È Sergio Brugiatelli che ha portato gli americani a piazza Mastai da piazza Trilussa. Io stavo con Tamel un egiziano e con Medi un marocchino. Prima di incontrarli stavo sotto casa mia, mi hanno chiamato e mi hanno detto: “c’è Sergio”. Ci siamo visti, ora quello che gli ha detto Brugiatelli a quei due ragazzi, quello che gli ha promesso io non lo so. Poi io ne ho visto solo uno e non avevo neanche capito che fosse straniero, sarò rimasto 18 secondi al massimo».

Chi gliel’ha data la droga finta agli americani?
«Non lo so, io mica me ne vado in giro di notte con dieci pezzi a cercare lo straniero».

Lei quindi agli americani non gli ha dato nulla?
«Assolutamente no».

Dopo che Brugiatelli è stato rapinato, l’ha sentito nel corso della notte, l’ha chiamato?
«No, che ci dovevamo dire?».

Come ha saputo dell’omicidio?
«La mattina dopo sono arrivati i carabinieri a casa, io sono cascato dalle nuvole volevano sapere cosa fosse successo, quella sera poi dietro casa mia ci hanno fermato alcuni carabinieri in servizio per un controllo per un sospetto spaccio, ma se fai un controllo mi guardi se c’ho droga in tasca, se c’ho i soldi invece ci hanno detto che non cercavano noi e se ne sono andati. Io sono pulito con la coscienza. L’omicidio è stato fatto perché questi americani hanno preso la sola».

E secondo lei chi gliel’ha tirata questa “sola”?
«Brugiatelli io che ne so?».

Cerciello e Varriale invece non li aveva mai visti?
«Ancora? Io proprio non li conoscevo». 
 

Ultimo aggiornamento: 11:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA