Roma, lo scandalo Ama tra multe per finta e furti di benzina

Sabato 13 Luglio 2019 di Michela Allegri e Lorenzo De Cicco
Lo scandalo Ama, tra multe per finta e furti di benzina

Penali al ribasso per non punire davvero i disservizi dell’Ama, i Gps montati sui camion dei netturbini rimasti spenti per quasi 4 anni - fino a quando sono diventati obsoleti e si è dovuto ricomprarli di nuovo - mentre il carburante per i netturbini sparisce al ritmo di migliaia di litri all’anno. Per spiegare la crisi dei rifiuti che tormenta Roma basta addentrarsi nelle secche della più grande municipalizzata d’Europa del settore. L’Ama, un gigante da quasi 8mila dipendenti foraggiato da un contratto col Campidoglio da 700 milioni di euro l’anno. E nonostante questo annaspa nell’inefficienza.

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Il Comune di Roma, che dovrebbe controllare come vengono spesi i soldi che i romani sborsano con la Tari, è invece finito sotto indagine della Corte dei Conti proprio per le falle nel monitoraggio della sua partecipata. Basta pensare che fino all’inizio del 2018 l’Ama si è vista recapitare penali per i disservizi da appena 1 milione di euro. Tutto forfettario, un tot prestabilito senza controlli sulle carenze effettive. Dopo l’intervento dei pm contabili - il fascicolo è nelle mani del procuratore regionale Andrea Lupi - l’amministrazione di Virginia Raggi ha dovuto cambiare i criteri e ritoccare le penali. Ci ha pensato una tecnica esterna, chiamata dal Ministero dell’Ambiente, Laura D’Aprile, oggi a capo della direzione Rifiuti del Campidoglio.

IMPORTI SBALLATI
Nel 2016 l’Ama aveva ricevuto solo 1 milione di euro di sanzioni, a fronte di disservizi già sotto gli occhi di tutti. Il fatto è che le penali venivano decise dal Comune in modo “forfettario”, cioè senza entrare nel merito delle inefficienze. E per di più all’Ama non veniva chiesto di liquidarle cash, ma garantendo in cambio una serie di servizi extra. Che però nessuno ha verificato. Scrive il capo della Direzione Rifiuti, D’Aprile, in un documento del 21 gennaio 2019: «Alla luce di recenti rilievi della magistratura contabile, si ritiene che detta prassi non sia coerente né con i principi di efficienza, né con l’esigenza di controllo del servizio. L’utilizzo delle sanzioni “a scalare” oltre a non consentire una chiara tracciabilità degli interventi (spesso attivati “per le vie brevi” da strutture diverse dell’amministrazione), non consente di esercitare vigilanza». Con i nuovi criteri, formulati dopo l’intervento dei magistrati, il Campidoglio ha dovuto ritoccare le penali dell’Ama del 2016 (e sono subito triplicate, con altre trattenute da 2,1 milioni) e ha applicato sanzioni per il 2017 e per il 2018 rispettivamente da 8,2 milioni e 11,9 milioni di euro. Dieci volte tanto rispetto a prima.

DISTRIBUTORI PROSCIUGATI
Ma non è l’unico caso in cui la negligenza amministrativa ha prodotto danni in un settore chiave come quello dei rifiuti. L’ex presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani, nominato a metà 2017 da Raggi e poi scaricato nel febbraio scorso, aveva avviato un’inchiesta sui furti di carburante dei netturbini. Risultato: oltre venti dipendenti scoperti. Ma è solo la punta dell’iceberg. Incrociando i dati dei chilometraggi dei camion con i soldi spesi per il gasolio, l’ex ad ha scoperto che mancavano all’appello almeno 3mila litri. Un netturbino da solo, giusto un anno fa, è stato beccato mentre provava a portare via mille litri dal distributore aziendale.

Altra vicenda grottesca riguarda i navigatori Gps montati sui camion della raccolta nel 2015 e rimasti per quasi quattro anni spenti.
Inutilizzati, nonostante siano costati 740mila euro. La “control room”, una stanza al decimo piano di via Calderon della Barca, il quartier generale della società, è rimasta chiusa per anni. Quando l’ex ad Bagnacani ha provato a resuscitare l’idea, ci si è accorti che i dispositivi erano già vecchi tecnologicamente. Insomma, si è dovuto ricomprarli e i primi mezzi hanno iniziato a viaggiare “tracciati” dal satellite solo pochi mesi fa. Anche su questa vicenda indaga la Corte dei conti.

Ultimo aggiornamento: 10:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA