Veneto, dopo il 2020 nero arriva la ripresa: Pil + 5,5%

Mercoledì 12 Maggio 2021
LA CONGIUNTURA
VENEZIA La pandemia ha colpito duro il Veneto ma il 2021 si annuncia positivo: il Pil dovrebbe crescere del 5,5%, bene anche investimenti fissi lordi (+ 4,3%) e consumi delle famiglie (+ 13,2%). Certo, il 2020 si è chiuso con un bilancio pesante: secondo l'ultimo numero del bollettino socio-economico della Regione, il prodotto interno lordo l'anno scorso è calato dell'8,9%, in linea con il dato nazionale. Per i consumi delle famiglie in Veneto, dopo la timida dinamica del 2019, si stima una diminuzione pari a - 11,8%, mentre per gli investimenti il dato si attesta attorno ad un - 10%. In calo nel 2020 anche le imprese, - 0,6% sul 2019 (più della media nazionale di 0,2%). Chiudono soprattutto industrie (- 1,5%) e attività agricole (- 1,2%) mentre il terziario mostra un sostanziale equilibrio (- 0,4%), sperando che la ripresa puntelli uno dei settori più colpiti dalla crisi col turismo. Crolla la voglia d'impresa: nuove iscrizioni - 17,5%. I fallimenti diminuiscono decisamente, - 28,6% rispetto al 2019, moratorie e ristori potrebbero aver assorbito in parte il peso della crisi: ma una volta finiti i salvagenti, con l'autunno potrebbero esserci novità negative.
ESTERO
Il 2020 si chiude con una contrazione complessiva delle esportazioni pari al - 8,2%, meglio del dato nazionale (- 9,7%). Pesante il calo delle vendite di prodotti made in Veneto verso Francia, Regno Unito e Spagna, mentre nel principale mercato di riferimento delle imprese regionali, quello tedesco, la riduzione sfiora i 152 milioni, netto IL recupero nell'ultimo trimestre del 2020. Come settori, il comparto chimico-farmaceutico registra ovviamente un saldo positivo (+ 5,4% rispetto al 2019), grazie soprattutto alla vendita di medicinali. Consistenti invece i cali di moda, occhiali e macchinari (- 1,3 miliardi). Ma oggi si registrano segnali di ripresa.
Il turismo è un altro punto dolente: - 54,4% delle presenze. Crollano gli stranieri, che per il Veneto nel 2019 rappresentavano i due terzi dei visitatori: - 68,3%. Un dato sensibilmente peggiore rispetto alla media italiana (- 25,3%). La timida ripresa del periodo estivo non è bastata. A pagare il prezzo più alto sono state le città d'arte e le località termali (rispettivamente - 65,3% e - 66,1%), mentre le spiagge segnano 11,6 milioni di presenze in meno (- 45,9%). Più lievi le perdite per il turismo montano (-24%). Deficitario anche il bilancio del traffico aereo: gli scali veneti hanno perso oltre 14 milioni di passeggeri sul 2019, - 76,7%, più della media nazionale. Dopo anni di crescita, in Veneto diminuiscono gli impiegati (- 2,4%) e aumentano disoccupati (+ 0,2%) e inattivi (+ 5,3%), per un tasso complessivo che si attesta attorno al 5,8% (era il 5,6% nel 2019). Nel primo trimestre 2021 segnali di miglioramento ma a luglio scade il blocco licenziamenti. Giù anche il mercato immobiliare: - 22% per le compravendite ad uso privato e i mutui con ipoteca (- 15,5%).
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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