Un'impresa trovare giovani formati, 100mila posti resteranno scoperti

Giovedì 23 Gennaio 2020
Un'impresa trovare giovani formati, 100mila posti resteranno scoperti
CONFINDUSTRIA
ROMA Che fatica trovare giovani di assumere in un Paese dove la disoccupazione giovanile (15-24anni) è al 28,6%. È un paradosso puntualmente ribadito da Confindustria che all'appuntamento annuale con la «giornata nazionale Orientagiovani» rilancia l'allarme per la distanza tra la formazione dei giovani e i profili che le aziende cercano per le assunzioni. È un divario che peggiora proprio per la fascia dei più giovani.
L'associazione degli industriali stima «che saranno circa 200mila i posti di lavoro a disposizione nel prossimo triennio (2020-2022) nei settori della meccanica, dell'Ict, dell'alimentare, del tessile, della chimica e del legno-arredo». Gli imprenditori «cercano con urgenza figure professionali che in più di un caso su tre sono di difficile reperimento» e «addirittura per gli under 29 si farà fatica a selezionarne uno su due». Colpa, sottolineano gli industriali, di una «offerta formativa carente soprattutto per le competenze scientifiche e tecniche medio-alte».
Sono stati il vicepresidente di Confindustria per il capitale umano, Giovanni Brugnoli ed il presidente di Unindustria, Filippo Tortoriello, ad aprire l'iniziativa centrale a Roma: un incontro tra imprese e studenti all'Università Luiss.
ECCELLENZE
Premiate le «imprese eccellenti» per alternanza scuola lavoro e collaborazione con gli istituti tecnici, come la Co.Mac di Bergamo, la Accorhotels Italia, Umana di Venezia; e sul fronte delle imprese l'Associazione Industriale Bresciana e la Confindustria Bari-Bat.
Le previsioni indicano che nel triennio 2020-2022 saranno 67mila i nuovi posti di lavoro nel settore della meccanica, 16mila nella chimica, della farmaceutica e della fabbricazione di prodotti in gomma e plastica, 40mila nelle imprese dell'Ict, 12mila nel legno-arredo. Per Confindustria è «significativa» la crescita del fabbisogno tessile: 25mila da assumere e «punte di difficoltà di reperimento che superano l'80% per figure tecniche fondamentali come i modellisti». 45mila nel solo 2020 nel settore alimentare, 15mila in più rispetto allo scorso anno, con una forte domanda di giovani under29.
La Cgil dal canto suo ha analizzato lo stato dei contratti locali: 1.887 gli accordi integrativi aziendali e territoriali analizzati tra quelli siglati nel 2017-2019. Il settore manifatturiero (736 in valore assoluto, 39,5%) guida la classifica, seguito dal terziario che ne registra il 29,3% (546) e da quello dei Servizi che in tre anni ne hanno sottoscritti il 19,8% (369). A stipulare accordi di secondo livello aziende medie e grandi situate essenzialmente nel Centro Nord (14,7%) seguite da quelle localizzate nel Nordest (13,2%), Centro (13%). Ultime le Isole col 7,2%.
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