Truffa dei diamanti, Banco Bpm tratta con i consumatori e rimborsa i clienti

Domenica 12 Maggio 2019
IL CASO
VENEZIA Truffa dei diamanti, Banco Bpm dopo aver chiuso la partita interna con i dirigenti coinvolti nell'inchiesta di Milano è pronta per un nuovo incontro con i consumatori. Mentre le denunce che coinvolgono Veneto Banca vengono rispedite al mittente da Banca Intesa, l'istituto che ha acquisito le attività delle Popolari venete: «Rivolgersi alla liquidazione».
Il 13 maggio a Milano, nella sede del Banco Bpm, ci sarà l'incontro tra l'Ad Giuseppe Castagna e le delegazioni delle associazioni dei consumatori Adiconsum e Federconsumatori. All'appuntamento, che fa seguito all'incontro dello scorso 8 aprile, le associazioni dei consumatori si aspettano di conoscere le proposte del Banco Bpm sui risarcimenti agli investitori dei diamanti. Una vicenda che ha già portato, nei giorni scorsi, alle dimissioni del direttore generale del Banco Maurizio Faroni, indagato nella presunta truffa sulla vendita delle pietre preziose. Il vertice del Banco Bpm ha inoltre deliberato la risoluzione del rapporto di lavoro dell'ex Responsabile Pianificazione e Marketing Retail, Pietro Gaspardo, e ha preso atto delle intervenute dimissioni dell'ex Responsabile Compliance, Angelo Lo Giudice, per pensionamento e con decorrenza 1 maggio, altri due dirigenti coinvolti nell'inchiesta.
Sarebbero migliaia gli investitori del Nordest coinvolti nella truffa dei diamanti che ha portato la Procura di Milano a sequestri preventivi per 700 milioni a cinque banche (tra queste Banco Bpm, Mps, Intesa) e due società d'investimento coinvolte nella vendita al pubblico, la Intermarket Diamond Business e la Diamond Private Investment. «In due casi abbiamo già ottenuto il riconoscimento delle nostre ragioni, per una signora di Albignasego e un investitore di Padova per un totale di 45mila euro - avverte Matteo Moschini, avvocato del Movimento dei Cittadini -. Dopo il reclamo a fine 2018, abbiamo denunciato Banco Bpm a marzo scorso e sono finalmente scattati i rimborsi al 100%. Sto seguendo una cinquantina di cause tra Padova, Treviso e Vicenza, alcune anche nei confronti di Veneto Banca. Abbiamo chiamato in causa Banca Intesa, che ha acquisito le attività dell'istituto, ma si è rifiutata di attivare un indennizzo: Intesa non intende farsi carico della questione perché esclusa dal perimetro delle responsabilità in forza del contratto di cessione. Ci si deve rivolgere a Veneto Banca in liquidazione».
«Le banche si comportino con intelligenza e umanità, prima chiudono questa vicenda con soddisfazione dei clienti e prima si potrà instaurare di nuovo il rapporto di fiducia con la clientela - commenta Franco Conte del Codacons Veneto -. Evitando che inutili e superflui interventi legali comportino costi superiori per la clientela. Se le banche si illudono che la gente per disperazione ceda dopo anni non hanno capito che in gioco c'è la credibilità del sistema. Meglio che rimborsino in fretta e al 100%».
CRAC POPOLARI
Ultima battuta sulla partita infinita dei rimborsi per i crac delle Popolari: domani dovrebbe essere pubblicato il primo decreto attuativo del Ministero delle Finanze che fissa i primi paletti per attivare il fondo da 1,5 miliardi. «Il decreto attuativo va bene, ma questa legge permette solo il 30% del rimborso (decurtati i fondi già incassati per le transazioni), per questo suggeriamo una serie di emendamenti che portino i rimborsi al 100% e aprire di nuovo il ricorso all'arbitro», osserva Conte.
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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