Suez, contromossa sull'affondo Veolia: gruppo già in trattative con Schwarz

Giovedì 17 Settembre 2020
LO SCONTRO
PARIGI Nella guerra francese dell'acqua e dei rifiuti, ieri è stata la giornata della controffensiva di Suez. Due settimane dopo l'offerta di ingresso nel capitale da parte del rivale storico e numero uno mondiale Veolia offerta considerata «funesta» dalla direzione di Suez il gruppo francese ha annunciato di negoziare con i tedeschi di Schwarts la cessione delle attività di riciclaggio in Germania, Lussemburgo, Olanda e Polonia per 1,1 miliardi. Un progetto che il direttore generale Bertrand Camus principale oppositore al progetto Veolia ha definito come «una tappa importante per realizzare il nostro piano strategico, che prevede di concentrare le nostre forze in Francia e in Europa per quanto riguarda le attività». E di forze Suez ne deve trovare parecchie per contrastare l'offensiva di Veolia che, con l'ambizione di creare un «super-campione» del settore, ha proposto due settimane fa all'ente energetico Engie di rilevare il 29,9% delle sue quote in Suez per 2,9 miliardi, prima di procedere all'acquisto del resto del capitale. Engie e il suo azionista di riferimento lo Stato francese si sono mostrati sensibili all'offerta di Veolia, che ha imposto una data di scadenza alla sua proposta: il 30 settembre. Colta di sorpresa, la direzione di Suez ha impiegato due settimane per mettere a punto una strategia di risposta, ovvero un'offerta alternativa a quella di Veolia. Da qualche giorno il ministero dell'Economia ha cominciato a mostrarsi più attento alla possibile controproposta di Suez, in particolare se sarà più generosa nella valorizzazione della quota di Engie. Ieri nel tardo pomeriggio, Bernard Camus ha incontrato il ministro dell'Economia Le Maire. La direzione di Suez chiede tempo e di ignorare l'ultimatum di Veolia. «Lo Stato deve esaminare con attenzione le conseguenze dell'offerta di Veolia», martellava ieri una fonte vicina alla direzione di Suez. Per contrastare la scalata del rivale storico, Suez starebbe lavorando alla creazione di un consorzio. Gli analisti sono tutti d'accordo: sperare di trovare un solo investitore nel settore capace di risolvere la situazione (mettendo 3 miliardi) è molto difficile se non impossibile. In questi giorni Suez avrebbe già incassato il no della banca spagnola Caixa, suo secondo azionista con il 5,9% del capitale.
I FRONTI
Smentita anche la presenza del gruppo assicurativo Axa. In compenso potrebbe essere interessato il fondo di investimento francese Antin, specializzato nell'acqua e nelle infrastrutture. Parallelamente, Suez ha condotto in questi giorni una campagna a tappeto in tutto il Paese per portare dalla sua parte gli enti locali, interlocutori principali nel settore acqua e rifiuti. Molti sindaci hanno espresso preoccupazione per «il rischio di deterioramento delle condizioni della concorrenza, con conseguente aumento dei prezzi e diminuzione della qualità delle prestazioni». Per evitare problemi con le authority Antitrust, infatti, nella sua offerta di acquisto Veolia ha precisato che, in caso di fusione, le attività legate all'acqua di Suez verrebbero riprese dal fondo Meridiam, cosa che, secondo i più scettici, potrebbe mettere a rischio sia la qualità dei servizi sia l'occupazione.
Francesca Pierantozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci