Stefanel a caccia di un compratore

Martedì 21 Gennaio 2020
Stefanel a caccia di un compratore
LA CRISI
VENEZIA (m.cr. e d.b.) Stefanel, i 217 addetti continuano a lavorare senza soste e con pochissima cassa integrazione ma il loro destino è nelle mani del commissario Raffaele Cappiello e del suo piano depositato il 16 gennaio al Ministero dello Sviluppo economico. L'obiettivo finale è cedere la società e trovare un imprenditore pronto a rilanciarla entro la prossima estate. Operazione non semplice: l'indebitamento finanziario netto a fine novembre dell'anno scorso è di 94,2 milioni, quasi un milione in meno rispetto a ottobre 2019 ma ancora molto al di sopra agli 88,1 milioni di fine dicembre 2018. E vi sono debiti commerciali residui al valore nominale per 17,1 milioni. Il timore è che si possa arrivare a uno smembramento delle attività o alla cessione solo del marchio dell'abbigliamento ancora molto conosciuto anche all'estero anche per la sua rete di negozi, 32 solo in Italia con circa 150 addetti, gli altri sono concentrati nella sede storica di Ponte di Piave (Treviso), che potrebbe essere messa anch'essa in vendita.
I lavoratori temono per il loro futuro anche se il commissario ha chiesto recentemente a 24 lavoratori che dovevano uscire dalla società a fine febbraio 2020 di restare fino al prossimo luglio e in 23 hanno detto sì. «Al momento - spiega Cristian Iannicelli della Cgil di Treviso - non ci risulta che nessuno si sia fatto avanti per acquisire la Stefanel. La nostra posizione è chiara: il compratore dovrà farsi carico della forza lavoro, non siamo disponibili ad una operazione di mera speculazione che rada al suolo i livelli occupazionali della sede di Ponte di Piave e della rete dei negozi». Complicata la situazione che deve essere affrontata dal commissario straordinaria e dai soci, i fondi Oxy e Attestor.
DEDIZIONE
Il ministero dello Sviluppo ha una trentina di giorni per dare la risposta al piano dell'avvocato Cappiello, ma potrebbero essere anche di più. «Il piano depositato è un atto dovuto della procedura, i contenuti si sapranno solo quando Mise darà il suo via libera - ricorda Tiziana Basso, della segretaria regionale della Cgil del Veneto -. I lavoratori stanno continuando a lavorare, sono straordinari per dedizione e attenzione malgrado non vi sia chiarezza sul loro futuro. In questo momento c'è cassa integrazione solo per una decina di addetti e le ultime campagne sembrano essere state positive. Come per la Tessitura Monti, altra crisi di settore nel Trevigiano, sono solo i lavoratori a dimostrare veramente un attaccamento a queste realtà produttive. Realtà storiche che hanno un peso per l'economia del Veneto sono a rischio di sopravvivenza per colpa degli imprenditori e dei manager che le hanno gestite». Resta l'attesa per questo piano di rilancio: «Ora ci sono trenta giorni per fare la verifica, poi dipende se il commissario farà un avviso di evidenza pubblica, oppure incaricherà un advisor per trovare compratori. Una soluzione penso arriverà solo d'estate», osserva la Basso.
NOVITÁ PER FEBBRAIO
«Ma per febbraio - sottolinea Iannicelli - ci aspettiamo novità sostanziali anche se al momento il piano che forse guarda alla cessione manca della parte sostanziale. E cioè se in effetti vi sia qualcuno interessato all'acquisizione dell'intero pacchetto e non solo del marchio. Quest'ultima sarebbe un disastro - aggiunge Iannicelli - perché potrebbe mettere alla porta la forza lavoro attuale, a cui è già stata applicata la cassa integrazione a zero ore. Sappiamo che è una operazione non facile ma i margini per il rilancio ci sono anche se va da sé che chiunque subentri dovrà intervenire con investimenti importanti per puntellare l'occupazione, che al momento è sotto soglia per garantire il proseguimento delle attività, e per risanare del tutto i conti. Noi vediamo con favore l'intervento di capitali locali o quantomeno italiani, l'arrivo di soggetti stranieri potrebbe essere foriero di un disimpegno dagli obblighi di mantenere l'occupazione. Se questo dovesse succedere metteremo in campo tutte le iniziative per fare in modo che Stefanel non venga smembrata, coinvolgendo anche le istituzioni locali».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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