Speedline, sospesa per ora la chiusura

Sabato 18 Dicembre 2021
Speedline, sospesa per ora la chiusura
IL CASO
VENEZIA Ronal sospende la chiusura della fabbrica veneziana della Speedline aprendo un confronto con governo e sindacati per trovare soluzioni alternative. I 620 posti diretti e gli oltre 200 indiretti dell'indotto per ora sono salvi.
La notizia arriva direttamente da Oliver Brauner, amministratore delegato della multinazionale con quartier generale in Svizzera per la prima volta presente in videoconferenza di ieri. Secondo il Ministero dello Sviluppo economico, il ceo del Gruppo Ronal, proprietario della Speedline di Tabina di Santa Maria di Sala (Venezia) «ha accettato la proposta avanzata da tutte le parti presenti di aprire un tavolo di confronto costruttivo, al fine di individuare soluzioni alternative alla chiusura dello stabilimento che tutelino i lavoratori. Durante il periodo del confronto - prosegue la nota del Mise - l'azienda si è quindi impegnata a sospendere la decisione di cessare le attività produttive del sito veneziano». Uno stop temporaneo quindi. Ma non c'è ancora una soluzione, come sottolinea il presidente della Regione Veneto Luca Zaia: «Ringrazio il Ministro Giorgetti per la velocità e l'efficienza nel dare risposta alla mia richiesta di convocazione di un tavolo su Speedline. Apprendo la notizia che per ora c'è una fase di sospensione della decisione di chiudere. Non dobbiamo abbassare la guardia e, soprattutto, dobbiamo fare in modo che si trovino le soluzioni per la salvare quei posti di lavoro e la continuità produttiva di un'azienda strategica per il Veneto e per l'automotive, una filiera che vogliamo sviluppare e potenziare in Veneto - conclude il presidente Zaia -. Da parte nostra c'è la massima disponibilità a seguire la vertenza. Lo è anche da parte del Mise, che spero ci possa essere sempre a fianco in questa vertenza così importante per il territorio e per il Veneto». L'assessore al lavoro della Regione Elena Donazzan: «Speedline è pezzo importante filiera automotive. Non accettiamo chiusura, servono soluzioni alternative».
«La piena convergenza di tutte le istituzioni, delle parti sociali e di Confindustria sulla situazione dello stabilimento Speedline, è un chiaro e preciso segnale sull'attenzione condivisa per offrire un futuro alla fabbrica: dobbiamo fare sì che la produzione nel sito veneto rimanga, garantendo la salvaguardia occupazionale», sostiene in una nota Federico D'Incà, ministro per i Rapporti con il parlamento: «Come è stato ribadito nel tavolo convocato dal Mise, con la presenza della segreteria della viceministra Todde, si metteranno in atto tutti gli strumenti possibili per raggiungere l'obiettivo - rileva il ministro bellunese -. Mi auguro che la proprietà continui a dimostrare sensibilità su questa delicatissima vertenza, mantenendo vivo il confronto tra le parti che, come governo, proseguirà con determinazione».
PASSO AVANTI
«Si tratta di un piccolissimo passo avanti, ma la meta è ancora lontana e sarà difficile raggiungerla ma almeno oggi abbiamo un campo di confronto, parlare con i consulenti non serve a niente: si deve trattare direttamente con il gruppo Ronal per scongiurare la chiusura dello stabilimento di Tabina - avverte il segretario della Fim Cisl di Venezia Matteo Masiero - quindi confermatissima la manifestazione del 19 dicembre a Santa Maria di Sala con i lavoratori e le istituzioni, verrà mantenuto anche il presidio all'uscita della fabbrica e continueranno gli scioperi a scacchiera. Non possiamo fermarci ora, i licenziamenti non sono purtroppo scongiurati e Ronal non ha dato nessuna assicurazioni sul futuro dell'attività. Noi vogliamo un piano per il rilancio dell'attività nel sito veneziano».
All'incontro di ieri hanno partecipato anche la Città Metropolitana di Venezia, il sindaco di Santa Maria di Sala Nicola Fragomeni, Confindustria Venezia Rovigo.
«Il motivo che ha portato il Cda a decidere la chiusura dello stabilimento di Tabina a Santa Maria di Sala e delocalizzare la produzione, sembra essere dovuto all'andamento negativo del mercato, in particolare nella fase della pandemia, e all'eccesso dell'offerta di ruote anche collegato alla concorrenza cinese», avverte la Fiom in una nota: «Nel 2021 Speedline ha perso 23 milioni di euro. Ronal Group produce 15 milioni di ruote in tutto il mondo e 800 mila nell'impianto veneziano. La chiusura dello stabilimento, nel quale sono impiegati oltre 620 lavoratrici e lavoratori diretti, oltre agli oltre 200 dell'indotto sarebbe un disastro per le prospettive industriali e occupazionali del territorio - conclude la Fiom - e un duro colpo alla filiera del Made in Italy in particolare quella dell'extra lusso che peraltro è tutt'altro che in crisi». «Bene questo passo avanti, ma ora creiamo insieme un sistema di monitoraggio costante della situazione - propone William Beozzo, presidente di Confapi Veneto - le 20 aziende dell'indotto con contratti in esclusiva con Speedline se l'azienda ferma l'attività rischiano di chiudere. E questo non ce lo possiamo permettere. Siamo pronti ad affiancare l'assessore regionale Donazzan in questa complessa partita strategica per tutto il Veneziano».
«Per noi ci sono tutte le condizioni per mettere in campo iniziative di rilancio, di miglioramento della qualità, di recupero di efficienza dalla tipologia delle produzioni di alta gamma, partendo anche da risorse finanziarie che le istituzioni locali e nazionali potranno mettere a disposizione», sottolinea il segretario della Fim nazionale Ferdinando Uliano, poco convinto dalle ragioni del Ad di Rolan Group a giustificazione della chiusura. Il calo della produzione e la crisi di mercato denunciate dalla multinazionale svizzera infatti «rappresentano situazioni di natura congiunturale che non possono essere affrontate con scelte strutturali di chiusura dell'impianto».
La prossima settimana il Ministero riconvocherà le parti. La trattativa ora è avviata.
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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