Sicit: bocciata l'offerta Syngenta I conciari fanno muro alla Cina

Martedì 11 Maggio 2021
IL CASO
VENEZIA Stop sul nascere alla scalata dei cinesi, il gioiello vicentino Sicit non finirà all'estero. Il principale azionista Intesa Holding boccia l'offerta (solo sula carta) di Syngenta (società svizzera controllata da ChemChina) e conferma «la propria ferma volontà di attenersi agli impegni presi con riguardo all'Opa promossa da Nb Renaissance per il tramite di Circular Bidco che, in caso di successo, consentirà ad Intesa Holding di accrescere dal 43,4% al 50% la sua partecipazione al capitale di Sicit, rimanere unico socio industriale di riferimento e perseguire quindi in autonomia gli obiettivi sopra indicati».
Il comunicato di Intesa, diffuso anche da Sicit affonda dunque l'offerta ventilata da Syngenta, che prevedeva 17,3 euro ma era sottoposta anche a tutta una serie di precondizioni. La prima, un'alleanza industriale con l'holding dei conciari vicentini.
«La predetta manifestazione di interesse, nel qualificare il rapporto con Intesa Holding come un elemento imprescindibile per il successo dell'operazione, menziona, tra l'altro, l'intenzione del gruppo Syngenta di proporre una partnership industriale a Intesa Holding nel caso in cui quest'ultima decidesse di rimanere azionista di Sicit, da realizzarsi tramite la stipulazione di un accordo parasociale e la condivisione della governance di Sicit» osserva in una nota l'attuale holding di controllo di Sicit che affianca Nb Renaissence nell'opa da 16 euro che deve chiudersi in giugno. Intesa Holding, pur apprezzando l'interesse manifestato da Syngenta verso Sicit e l'attenzione riservata alla stessa Intesa Holding, «conferma il proprio impegno, quale azionista di lungo termine, a supportare Sicit nel suo percorso virtuoso di transizione a un'economia verde e ambientalmente sostenibile, nell'interesse di tutti gli stakeholders di Sicit e al fine di una continua crescita del distretto conciario vicentino, in coerenza con la sua rilevanza strategica per il settore e, in generale, per il Paese».
Intesa Holding ha come primo azionista Rino Mastrotto Group col 21,1%, Walter Peretti (presidente di Sicit) in totale con due società ha il 13,4% mentre Mario Peretti ha lo 0,94% di Intesa. Concerie Montebello di Gianfranco Dalle Mese ha il 2,7%. Riccardo Grotto attraverso la Sirp ha il 12,3% e l'altro socio importante è il Gruppo Mastrotto spa (Santo e Bruno), che ha il 7,83%.
Intesa Holding ha il 43,44% di Sicit ed è il primo azionista. Promosprint (Braggiotti, Carlotti, Morpurgo) ha il 9%. Poi ci sono investitori istituzionali, fondi e azionisti privati. I fondi Nb, legati al gruppo americano con capitali e gestori italiani Stefano Bontempelli e Fabio Canè, ha la maggioranza del Rino Mastrotto Group in partnership con la famiglia vicentina.
STRATEGICO
Il distretto veneto della concia è composto da 451 aziende che danno lavoro a 8497 addetti più l'indotto si arriva a ventimila, con un fatturato complessivo di circa 2,7 miliardi nel 2019, il 70% arriva dall'export. Il distretto di Arzignano (Vicenza) è il leader mondiale nel settore per l'alta qualità per automotive, arredamento e dell'alta moda e rappresenta il 58,2% di tutto il giro d'affare in Italia, e il 37,9% del giro d'affari del giro d'affari della concia in Europa e il 13% circa nel mondo. Sicit lavora ogni anno 110mila tonnellate di scarti della lavorazione della concia e li raffina e purifica facendoli diventare biostimolanti per l'agricoltura. Il fatturato Sicit nel 2020 è stato di oltre 63 milioni e anche il primo trimestre è stato positivo.
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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