Scontro veneto sul futuro di Mediobanca

Giovedì 30 Gennaio 2020
LO SCONTRO
MILANO I toni sono misurati come si conviene agli alti livelli della finanza. Ma quello che sta andando in scena è vero e proprio scontro veneto sugli assetti azionari di Mediobanca, il celebre istituto milanese di piazzetta Cuccia che custodisce, tra le altre cose, il pacchetto più cospicuo di azioni Generali.
I protagonisti di questa contesa sono i padovani Ennio e Massimo Doris, a capo di Banca Mediolanum, e il bellunese Leonardo Del Vecchio, uno degli uomini più liquidi d'Italia e leader di Essilux, il più importante gruppo mondiale dell'occhialeria. L'oggetto del contendere è il controllo di Mediobanca e, in particolare, le sue strategie futura. Nonché il ruolo dell'amministratore delegato della banca, Alberto Nagel.
SOCI PESANTI
Sia Del Vecchio sia i Doris sono azionisti importanti della banca milanese. Il fondatore di Luxottica, importante socio anche del gruppo Generali, negli ultimi tempi ha acquisto quote rilevanti arrivando al 10% di Mediobanca, ma facendo capire di essere pronto a incrementare ulteriormente questa quota, giungendo fino al 20% e diventandone quindi il primo azionista. Mediolanum è uno dei soci storici dell'istituto di piazzetta Cuccia: è presente nel capitale da almeno 20 anni, fa parte del patto di controllo della banca e ha in portafoglio il 3,28% dei titoli. Una quota che finora era sempre stata considerata strategica, cioè invendibile.
CAMBIO DI ROTTA
Ma pochi giorni fa la famiglia Doris, che è sempre stata schierata al fianco di Nagel e del management interno, ha comunicato di aver cambiato idea e di aver inserito il pacchetto di azioni Mediobanca tra i suoi beni cedibili. Una mossa che ha sorpreso anche i mercati finanziari (ieri Mediobanca ha perso in Borsa oltre l'1% mentre Mediolanum ha guadagnato), ma che Massimo Doris ha provveduto a spiegare con chiarezza, indicando proprie nelle mosse di Del Vecchio le ragioni di questo cambio di rotta su Piazzetta Cuccia.
«Siamo soci soddisfatti di come è gestita Mediobanca e dei suoi risultati», ha detto il numero uno di Mediolanum. «Ma in quest'ultimo periodo il patto di Mediobanca, un pò alla volta, ha visto vari azionisti sfilarsi, è passato da oltre il 30% al 12% e ora non è più vincolante», ha premesso Doris. Per poi aprire il capitolo dedicato al fondatore di Luxottica e alle sue mire su Mediobanca. «Inoltre», ha proseguito Doris, «è arrivato un socio, Del Vecchio, che stando a quanto si dice sul mercato potrebbe salire oltre il 10%: così Mediobanca non sarebbe più un investment bank indipendente ma avrebbe un socio di controllo, una situazione che non ci piacerebbe, con vari punti interrogativi. Quindi abbiamo preso la decisione di tenerci più flessibili e liberi per decidere di uscire se le cose prendono una piega che non ci piace».
«NON CI PIACE»
Insomma Massimo Doris non poteva essere più chiaro: la scalata di Del Vecchio a Mediobanca «non ci piace». Se il fondatore di Luxottica dovesse salire ulteriormente nella banca di piazzetta Cuccia e diventare con il 15-20 %, il dominus dell'istituto, Mediolanum uscirebbe dal capitale, vendendo appena possibile la sua quota del 3,28%. Magari allo stesso Del Vecchio, ma separando i propri destini da quelli del patron di Luxottica.
lil.ab.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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