Save, Fondazione contrattacca: Marchi? Da lui nessuna offerta

Venerdì 2 Dicembre 2016
Save, Fondazione contrattacca: Marchi? Da lui nessuna offerta
Fondazione di Venezia fa sapere che avrebbe venduto anche a Enrico Marchi se solo questi avesse presentato un'offerta e se fosse stata più conveniente di quella di Atlantia. Marchi, invece, ribadisce che c'era un impegno condiviso tra lui e la Fondazione e che non è stato rispettato. Si sta parlando dello 0,8% di Save, la società di gestione dell'aeroporto Marco Polo, che la Fondazione ha venduto per 6,75 milioni, guadagnandoci 3 milioni e 200 mila euro. Quasi un granello di sabbia rispetto alla quantità di azioni in mano a chi controlla lo scalo e agli altri azionisti più importanti ma evidentemente un granello considerato in grado di inceppare un meccanismo. La Fondazione aggiunge che in portafoglio ha ancora un 1,53% di azioni Save e che quindi se Marchi vorrà acquistarle potrà farlo; per ora ha ceduto solo una piccola quota perché era quella sufficiente a farle chiudere il conto economico dell'anno ma se arriveranno offerte vantaggiose per quel che le rimane in tasca le valuterà. Il fatto è che Atlantia è la holding delle infrastrutture del gruppo Benetton la quale, con questo 0,8%, è salita al 22,1% di Save (dopo aver acquistato la partecipazione del fondo Amber) e che, anche se il Gruppo continua a dire di aver fatto solo un investimento finanziario, l'ombra di una possibile Opa ostile a Marchi la intravedono in molti. Da questo deriva il nervosismo sulla vicenda e perciò la Fondazione tende a stemperare la tensione ammettendo che effettivamente Enrico Marchi e il presidente Giampietro Brunello (che era stato presidente del Collegio dei sindaci di Save nominato dall'allora sindaco Massimo Cacciari ai tempi in cui i rapporti tra Aeroporto e Comune cominciavano a non essere più idilliaci) si sono incontrati e sentiti più volte ma che l'offerta del presidente di Save, intervenuto in questa vicenda sempre a titolo personale, non è mai stata formalizzata. La Fondazione aggiunge pure che un'offerta alternativa a quella di Atlantia (che ha pagato 15,25 euro ad azione mentre Marchi sostiene che le avrebbe pagate al valore di mercato, ossia a circa 17 euro) in effetti era arrivata ma non da Enrico Marchi, e si trattava di una proposta di concambio con altre azioni, ma che non è stata giudicata conveniente perché la Fondazione non voleva quote di altre società ma risorse da destinare a una maggiore presenza sul territorio con investimenti in progetti che ne favoriscano lo sviluppo sociale ed economico.
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