Salvataggio di Trussardi, disco rosso al piano del fondo di Cassa Depositi

Martedì 18 Dicembre 2018
Salvataggio di Trussardi, disco rosso al piano del fondo di Cassa Depositi
RIASSETTI
ROMA Torna in alto mare il destino di Trussardi, la griffe del levriero che da qualche anno tenta di risalire la china rimodellando la strategia. Il fondo Quattro R, facente capo ad alcuni investitori tra cui Cdp, da mesi sta provando a confezionare un piano di rilancio muovendosi tra la cassaforte della famiglia Trussardi (Finos) e le banche creditrici. Ma giovedì 13, nel corso di una conference call, i rappresentanti di Bnl, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Ubi, Banco Bpm, Mps, i sei istituti che il 5 marzo 2018 hanno sottoscritto un contratto di finanziamento di 51,5 milioni, con un pre-ammortamento di due anni e un rimborso in rate crescenti nei tre anni successivi, avrebbero respinto la proposta concordata fra Trussardi e Quattro R. Il fondo l'avrebbe deliberata martedì 11 nel corso del consiglio della sgr.
Il piano prevede che il Fondo a cui partecipano anche Inail, Inarcasse e Cassa Forense, inietti circa 54 milioni di equity in aumento di capitale di Trussardi spa, con esclusione del diritto di opzione di Finos. Ma per procedere in questa direzione è necessario il via libera delle banche che, a fronte del finanziamento del marzo scorso, hanno ottenuto da Finos il pegno sul marchio. Oltre alla rinuncia di questa garanzia, gli istituti dovrebbero accettare di antergare, cioè concedere una corsia prioritaria nel rimborso all'intervento di Quattro R trasformandolo in una sorte di prestito super senior. E alle banche verrebbe rilasciato un floor, cioè una soglia minima del 20% nominale (quindi circa 10 milioni) di recupero garantito a cui si aggiungerebbe l'eventuale ripresa di valore del levriero se e quando avverrà.
PRIORITÀ NEL RIMBORSO
Una proposta ritenuta penalizzante e difronte alla quale, soprattutto Unicredit che sui tavoli delle ultime ristrutturazioni, sarebbe di traverso mettendo in difficoltà le aziende, ha nuovamente assunto una posizione contraria. Dietro la banca di piazza Gae Aulenti guidata da Jean Pierre Mustier, comunque, si sarebbero allineate tutte le altre. Nella proposta di Quattro R sarebbe previsto che, a fine piano di quattro anni (2022), la griffe milanese possa rivedere un ebitda di 32 milioni. Per il momento, però, secondo la linea delle banche guidate da Unicredit, esse dovrebbero farsi carico di un sacrificio, a prescindere da tutto, sulla base di valutazioni che puntano a conservare una quota del 20% nel portafoglio della Finos dei Trussardi. Infatti, ad esito della manovra, Quattro R acquisirebbe l'80% del capitale di Trussardi e tutto il peso del salvataggio verrebbe scaricato sugli istituti che pure sette mesi fa rifinanziarono le vecchie esposizioni di 48 milioni nei confronti della società e del suo azionista, aumentando le linee di credito. Ora punto e daccapo nel tentativo di rimettere in sesto la griffe milanese. Con le banche non è possibile riaprire il dialogo a queste condizioni. E una via d'uscita potrebbe essere a metà tra Quattro R che rivede i termini del piano complessivo anche rispetto al peso residuo dei Trussardi. D'altro canto, secondo Unicredit e gli altri istituti, non è possibile che la proprietà non paghi fino in fondo e allarghi l'area delle responsabilità agli enti creditori.
r.dim.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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