Porto Marghera: il governo «vigila» sullo stop al cracking

Venerdì 9 Aprile 2021
IL CASO
VENEZIA Porto Marghera, il governo apre un tavolo di confronto sulla chiusura dell'impianto di cracking di Eni Versalis da 400 addetti e sui piani futuri del gruppo per il sito petrolchimico veneziano.
«Alla luce della paventata chiusura, da parte di Eni, del cracking di Porto Marghera e del timore di ricadute in tutto il quadrilatero della chimica (Ferrara, Mantova, Ravenna), il ministero dello Sviluppo economico sta monitorando la situazione per approfondire le strategie industriali che si vorranno perseguire», ha riferito il titolare del dicastero Giancarlo Giorgetti durante il question time al Senato. Il Mise, assicura Giorgetti, «si farà parte attiva presso Eni per approfondire le strategie industriali che si vorranno perseguire, nell'ottica di salvaguardare il settore». Ricorda, tuttavia che, a seguito del decreto legge 1 marzo 2021, «la competenza primaria in materia energetica sia oramai passata al ministero della Transizione ecologica». Da Eni, ha spiegato Giorgetti, «Porto Marghera è considerato come uno dei siti fondamentali per la propria strategia. Con il progetto di trasformazione la società ha comunicato che verranno tagliate oltre 600.000 ton/anno di emissioni di Co2. La stessa ha ricordato che il percorso verso la decarbonizzazione ha avuto inizio nel 2014 proprio con la messa in produzione della bioraffineria di Venezia, la prima al mondo nata dalla conversione di una raffineria tradizionale». In particolare per Giorgetti «il progetto di Eni prevede la realizzazione, entro il 2024, di un nuovo impianto Versalis per la produzione di alcool isopropilico, le cui principali applicazioni sono nella farmaceutica, nella produzione di disinfettanti e cosmesi. In un'area dell'ex petrolchimico, Eni Rewind realizzerà un impianto che produrrà bio-olio destinato al settore navale o utilizzato come biocarburante. È inoltre allo studio la creazione del primo polo dedicato al riciclo meccanico avanzato delle plastiche». Poi l'assicurazione: «L'evoluzione del sito implicherà la fermata degli impianti di cracking e aromatici di Versalis a partire dalla primavera 2022. Ma l'hub logistico Versalis rimarrà uno snodo centrale per la fornitura di materie prime a Ferrara e Mantova».
«L'istituzione di un Tavolo interministeriale su Porto Marghera è finalmente una notizia certa e positiva - il commento dei senatori del Pd Andrea Ferrazzi e Paola Boldrini -. Noi pensiamo però che Eni debba essere più trasparente sulle politiche industriali e anche più inclusiva nel rapporto con i territori. È necessario conoscere il piano industriale, finora sconosciuto, per capire quali saranno concretamente gli assetti occupazionali, ambientali ed economici del nuovo corso dell'Eni, nell'ambito del quale è stata annunciata la chiusura dell'impianto di cracking di Porto Marghera. Ci auguriamo dunque che il tavolo di cui ha parlato il ministro Giorgetti venga convocato al più presto».
L'ALLARME DEI SINDACATI
Nei giorni scorsi i sindacati avevano lanciato l'allarme sulla chiusura del cracking (impianto che lavora il petrolio): «La scelta di Eni Versalis è sbagliata e illogica, e causerà inevitabili ripercussioni per quanto riguarda l'approvvigionamento di materie prime per gli impianti petrochimici del Nord e a cascata su tutta la filiera manifatturiera posta a valle. Il trasporto via mare, prospettato dall'azienda, è una soluzione che non ci convince sia per le problematiche logistiche, vista anche la vicenda delle grandi navi e il passaggio delle stesse attraverso il canale dei Petroli, che per la sua natura diseconomica e dipendente da fattori imprevedibili, come il meteo. Non è accettabile chiudere gli impianti in attesa di una riconversione che, nella migliore delle ipotesi, vedrebbe i primi risultati solo a partire dal 2024».
M.Cr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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